ACQUAVIVA PICENA – Nidi di rovi, canneti ed erbacce d’ogni genere. Questa la triste sorte toccata alle vecchie e, per molti anziani del posto, amate sorgenti d’Acquaviva.

Testimonianza significativa del vissuto del borgo piceno, da parecchi anni, e altrettante legislature, le antiche Fonti (nella fattispecie, Pezzana, Paterno, Mercato e Santa Maria in Accubitu) sono vittime del degrado più totale. Se non fosse perché vi si sente ancora scorrere l’acqua, potrebbero essere scambiate per comuni boscaglie.

Ci occupiamo di esse su segnalazione d’alcuni cittadini, profondamente amareggiati per lo stato d’abbandono in cui versano quelle che, a buon diritto, appartengono al patrimonio storico e culturale della cittadina e che andrebbero, di conseguenza, maggiormente valorizzate da chi di dovere.

«Non essendoci l’acqua in casa – ci racconta un ultrasessantenne del vecchio incasato – le sorgenti, soprattutto negli anni ’40 – ’50, erano frequentatissime da residenti d’ogni età, specialmente dalle massaie, che vi si recavano a lavare i panni e ad attingere l’acqua per le esigenze della famiglia, nonché dai mezzadri, per irrigarci gli orti, abbeverare il bestiame e prenderne per i loro padroni». «Questa – continua un abitante di zona Fonte Mercato – è la sorgente più antica del paese. Il nome si deve al fatto che un tempo era luogo di scambio o meglio di baratto».

Trattasi, insomma, di luoghi che hanno segnato l’esistenza di diverse generazioni, ma che, nell’era del superfluo e dello spreco, non servendo più a nulla, possono tranquillamente “vivere” nel dimenticatoio.

Dopo decenni d’incuria, la Giunta Infriccioli ha varato mesi fa un progetto, “I Sentieri delle Fonti“, che, sebbene incentrato sul ciclismo e il tempo libero, sembrava voler richiamare, almeno nel nome, l’attenzione su quest’importante pagina di vita della comunità locale. Vanno bene i percorsi in mountain bike, ma, dato che sono state tirate in ballo, perché, a questo punto, come reclamano i nostri intervistati, non «bonificare finalmente le sorgenti e valorizzarle come meriterebbero?». Oltre agli antichi e splendidi immobili restaurati di recente, perché non ristrutturare pure le vecchie fonti: non custodiscono, forse, anch’esse la memoria storica del paese? Continuare a lasciar marcire un simile patrimonio sarebbe un vero peccato, se si pensa che, abbinandovi opportune dimostrazioni e percorsi guidati, rappresenterebbero per la cittadina una gran ricchezza, non solo a livello ambientale, ma anche, e soprattutto, turistico.