SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In politica può succedere che un partito venga additato a livello nazionale come esempio di conflitto di interessi per antonomasia e poi nel confronto a livello locale paventi la medesima colpa per i propri antagonisti al governo. E’ quanto successo oggi,mercoledì 27 settembre, allorquando il partito azzurro ha accusato l’assessore provinciale con delega alle politiche comunitarie Nino Capriotti di essere al centro di un conflitto di interessi in quanto presidente provinciale della Confesercenti.

«Ho scoperto recentemente e quasi per caso – spiega il capogruppo di FI in consiglio comunale Bruno Gabrielli – che il 30 maggio 2005 Capriotti è stato confermato presidente provinciale della Confesercenti. E credo che questa sua posizione può generare una grave confusione di ruoli, visto che rappresenta la Giunta provinciale proprio nell’ambito che decide l’assegnazione dei fondi comunitari per gli enti di formazione». Gabrielli si riferisce al Fondo Sociale Europeo (FSE) Obiettivo 3, ovvero a quei contributi che l’Unione Europea fornisce agli enti locali degli Stati membri (Regioni e in seconda battuta Province), che li investono organizzando corsi formativi e stage aziendali. Tramite istituti di formazione ed enti pubblici e privati che, per fare un esempio, possono essere il Comune di Grottammare oppure il CE.S.CO.T. (Centro Sviluppo Commercio Turismo e Terziario) di Ascoli Piceno. Che è una diretta emanazione della Confersercenti provinciale, dato che «il Cescot è un’organizzazione senza scopo di lucro promossa dalla Confesercenti, associazione nazionale che rappresenta oltre 250.000 piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Nato all’inizio degli anni ’80, il Cescot è organizzato da una rete territoriale diffusa e capillare, costituita da decine di sedi operative presenti in tutte le regioni italiane» (informazioni prese dal sito web del Cescot nazionale).

I corsi di formazione promossi dal FSE nel Piceno sono molto conosciuti sia da giovani laureati in cerca di primo impiego che da lavoratori in cerca di ulteriore specializzazione per reinserirsi nel mercato del lavoro. Basta frequentare un posto come l’Informagiovani e si possono consultare i bandi per l’ammissione a decine di questi corsi, che spaziano dal corso per “Tecnico di Marketing Internazionale”, a quello per “Animatore economico” fino a quello per “Tecnico in colture biologiche integrali”.

Il fatto che la Confeserecenti ne organizzi attualmente due tramite il braccio operativo della Cescot Ap è per Forza Italia un fatto molto grave e degno di essere denunciato e stigmatizzato. «Quella che portiamo avanti è una iniziativa di sostegno alla trasparenza amministrativa – afferma il consigliere regionale di Fi Vittorio Santori – anche in Regione sono stato relatore di due disegni di legge per escludere parenti fino al quarto grado di consiglieri e assessori da qualsiasi incarico professionale o tecnico remunerato, affidato dall’ente regionale».

C’è di più. Tramite l’EuroSportello Confesercenti, rileva Gabrielli, la Provincia di Ascoli ha attivato un servizio on line di informazioni e di assistenza per imprese, enti locali, associazioni di categoria, cittadini e studenti. Informazioni proprio sulle opportunità europee di interesse locale. L’assessore Nino Capriotti, da parte sua, precisa che però questo Eurosportello fa riferimento alla Confesercenti di Firenze.

«Nino Capriotti – prosegue Gabrielli – è anche membro del consiglio di amministrazione dell’associazione Arco Adriatico Ionico, formata da 13 province italiane per operare in sinergia nel campo delle politiche comunitarie». Per Forza Italia, in sostanza, la Confesercenti starebbe diventando un’associazione di categoria fortemente politicizzata e dalle strategie “espansionistiche”.

Figli e figliastri, santi in paradiso, appoggi indebiti. I discorsi coinvolti nei casi di conflitto di interessi sono sempre gli stessi, ma la legislazione attuale non ha ancora strumenti chiari per giudicare ed eventualmente reprimere. Finché non ci sono leggi precise, il conflitto di interessi sembra rimanere un’arma usata nello scontro politico per attaccare gli avversari. Quindi non deve stupire il suo diffuso utilizzo in mano a soggetti così differenti. Santori e Gabrielli, indirettamente, hanno spiegato questo concetto così: «Un conto sono le posizioni dei partiti, un conto sono le posizioni dei singoli. D’altronde esistono molti conflitti di interesse oltre all’esempio di cui si parla di più, cioè Berlusconi. Però è preoccupante che su alcuni casi si sta zitti».

Caro legislatore, a quando una legge seria?