SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I vincoli imposti dal Piano di assetto idrogeologico del Tronto verranno “addolciti” e nelle zone dell’Agraria e di Ragnola potrà ripartire il normale corso delle lottizzazioni bloccate di fatto da qualche anno. La notizia non è nuova, il sindaco Gaspari ne parla da mesi e fin dal suo insediamento ha svolto un costante lavoro di dialogo con l’Autorità di Bacino del Tronto. Obiettivo: ottenere una nuova perimetrazione delle aree a rischio esondazione per mezzo della predisposizione di un nuovo piano di deflusso delle acque in caso di piena del fiume. Per non ripetere il dramma del 1992 e “sbloccare” i vincoli E3 ed E4 che prescrivono rigide norme per le nuove costruzioni da realizzare in una zona che va a partire dal torrente Ragnola fino al confine sud della città.
Lunedì è stato depositato lo studio idrogeologico e idraulico affidato alla S.A.G.I. nel novembre del 2005. Lo studio in questione ha analizzato il deflusso delle acque del fiume che si verificherebbe se vengono eseguiti una serie di interventi a breve e a lungo termine. I primi, sufficienti per ottenere una riperimetrazione delle zone E3 ed E4, consistono nella pulizia dei sottopassi ferroviari minori, ostruiti da fango, vegetazione e rifiuti. A questo proposito il sindaco Gaspari ha incontrato l’imprenditore Leo Bollettini che ha manifestato la sua disponibilità a compiere un intervento su un nuovo sottopasso che insisterà nell’area della sua azienda. Fra gli interventi a lungo termine ci sono il nuovo ponte stradale sulla SS16 e il sottopasso in contrada Sgariglia che dovrà rientrare nella nuova convenzione con la Coop Adriatica.
Lo studio della S.A.G.I. dimostra che, in caso di piena, se si adottano questi interventi l’acqua del fiume potrà defluire verso il mare invece di essere bloccata dalla ferrovia adriatica e allagare Porto d’Ascoli centro, come avvenuto nel 1992. I calcoli sono stati fatti ipotizzando la velocità di 1600 metri cubi di acqua al secondo (nel 1992 la velocità raggiunta dalle acque era la metà). Nell’attesa di completare tutte le cosiddette opere di mitigazione Gaspari assicura che l’organo preposto alla sicurezza idrogeologica, cioè l’Autorità di Bacino presieduta da Luciano Agostini, concederà il suo beneplacito all’ammorbidimento dei vincoli. «Qualcuno nell’opposizione insinua che siamo riusciti a sbloccare il Pai solo in virtù di logiche di colore politico – dice il sindaco, riferendosi presumibilmente a una affermazione di Pasqualino Piunti di qualche giorno fa – rispondo dicendo che piuttosto sono stati premiati i nostri sforzi propositivi».
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Questo articolo mi pare un concentrato di retorica. Si sostiene tutto e il contrario di tutto, senza chiarire quali interventi verranno effettuati in concreto prima delle nuove edificazioni e quali subito dopo e in quali tempi.
Infatti se davvero fosse possibile risolvere tutto pulendo un po’ di scarichi e costruendo un nuovo sottopasso, allora non vedo perché si sarebbe dovuto segnalare la zona in questione come a rischio idrogeologico.
Gli interventi che verranno effettuati prima di ottobre sono la pulizia dei sottopassi “pedonali” e del fosso collettore. Poi l’Autorità di bacino permetterà le edificazioni. Il 10 novembre si apriranno le buste e si saprà quale ditta avrà vinto l’appalto per la realizzazione del nuovo ponte stradale sulla ss16. Tempo di realizzazione due o tre anni…
per il sottopasso che dovrà essere fatto dalla Coop adriatica i tempi non sono noti.
saluti
Oh, ora è tutto più chiaro purtroppo. Sì purtroppo, perché non posso credere basti nettare alcuni sottopassi e un fosso collettore per risolvere il problema. Inoltre qual’è l’utilità, in termini di sicurezza idrogeologica, la costruzione di un nuovo ponte? Riparo dalla pioggia e salvezza in caso di alluvione? Speriamo allora sarà bello alto!
L’utilità del nuovo ponte stradale sul Tronto in termini di sicurezza idrogeologica consiste in questo: verrà allargata la campata del ponte, cioè la larghezza dello spazio fra i piloni, l'”apertura” del ponte, se così si può dire. In questo modo ci dovrebbe essere più spazio per il deflusso dell’acqua in caso di piena del fiume. Non ci sarebbe perciò l’effetto “tappo” del ponte, che può causare straripamenti.
saluti