SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’assemblea territoriale di Cittadinanzattiva si attiverà al fine di ottenere una serie di incontri con le istituzioni coinvolte nel progetto del Parco Marino del Piceno perché ritiene fondamentale uno studio serio sulle condizioni dei fiumi che insistono nell’area marina coinvolta. La problematica dell’inquinamento marino, secondo un comunicato dell’associazione, va affrontata a partire dalla radice, cioè dall’inquinamento dei corsi d’acqua dolce provocato dagli scarichi di materiale organico. La decomposizione delle sostanze organiche infatti consuma l’ossigeno contenuto nell’acqua fino a far morire i pesci dei fiumi, provocando poi il fenomeno dell’eutrofizzazione nel mare. Le principali fonti di inquinamento organico sono le fogne delle città, gli allevamenti, le industrie e l’agricoltura.

I liquami fognari vengono troppo spesso scaricati nei fiumi invece che passare per gli appositi impianti di depurazione. Negli allevamenti invece gli escrementi degli animali vengono lavati via con l’acqua e i liquami così ottenuti vengono in parte utilizzati come fertilizzanti, in parte invece riversati nei fiumi.

Alcuni tipi di industrie, per esempio quelle alimentari, possono a loro volta scaricare materiali organici direttamente nei fiumi.

Per quanto riguarda l’agricoltura, le sostanze chimiche e naturali impiegate come fertilizzanti non restano solo nel suolo o sulle piante. Quando la pioggia dilava il terreno, una parte di essa finisce sui canali di scolo e da qui ai fiumi e poi al mare. Quando l’acqua piovana o quella d’irrigazione filtra nel terreno può tralasciare lentamente un’altra parte di queste sostanze in profondità, fino alle falde acquifere da cui si prende l’acqua per bere, che potrebbe divenire non potabile a causa dei nitrati e dei fosfati rilasciati dai fertilizzanti chimici utilizzati sul terreno.
In conclusione, dunque, Cittadinanzattiva ritiene la tutela dei fiumi assolutamente propedeutica all’istituzione del Parco Marino del Piceno.