ACQUAVIVA PICENA – Agostino “animale” sociale. Questo uno, se non l’aspetto più interessante ed inedito del santo d’origini africane che padre Gabriele Ferlisi, autore del libro “Solo, davanti a Te”, ha voluto mettere in luce durante il suo intervento. Gremita la chiesa San Rocco, teatro, nell’assolato pomeriggio di sabato 2 settembre, dell’appuntamento con il frate-scrittore. 

«Agostino – ha detto il religioso – aveva un carattere socievole così accentuato che non poteva stare da solo, per questo è sempre vissuto in compagnia: dapprima con il figlio, poi con gli amici ed infine coi confratelli. Molto forte era in lui il bisogno degli altri». Un filosofo-teologo, Agostino d’Ippona, pienamente uomo: «In lui – ha continuato il procuratore generale dell’Ordine dei Frati Agostiniani Scalzi – testa e cuore si fondevano: era sì teologo, polemista ed esegeta, ma la sua sapienza era filtrata dal cuore». 

Presenti al simposio, organizzato dal Comune di Acquaviva Picena, in collaborazione con il convento San Lorenzo martire e la Banca Picena Truentina, diverse autorità politiche e religiose, quali, fra gli altri, il sindaco Tarcisio Infriccioli, l’assessore alla Cultura Teodorico Compagnoni, il coordinatore regionale di Alleanza Nazionale Guido Castelli, il consigliere regionale della Margherita Sandro Donati, il priore del convento San Lorenzo martire padre Raimondo Micoletti ed il parroco don Angelo Palmioli

Dopo l’esageratamente lunga, a nostro giudizio, presentazione da parte di alcune personalità intervenute al convivio, all’ospite d’onore è stata finalmente concessa la parola. Particolarmente interessante l’intervento dell’autore, dal quale è emerso, a chiare lettere, il profondo amore del “figlio” nei riguardi del Padre fondatore del suo Ordine (oggetto, fra l’altro, della sua tesi di laurea in Teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Titolo, “Memoria metafisica e peccato in Sant’Agostino”). «Come Agostino insegna, quelle che valgono – ha affermato Ferlisi – non sono le cose, bensì le persone: è la ricchezza della loro interiorità che le fa grandi. L’uomo deve ritrovare se stesso ed avere il coraggio d’incontrarsi col suo io:scoprirà, così, che la sua ricchezza è dovuta al fatto che è oggetto privilegiato dell’amore di Dio, che abita nel suo intimo». 

D’origini siciliane, il futuro padre Gabriele – come lui stesso ci ha confessato subito dopo l’incontro, nel corso di un’intervista peripatetica dalla chiesa San Rocco al convento San Lorenzo martire – scopre la sua vocazione religiosa già fanciullo: all’età di 11 anni. Entrato nell’Ordine del quale sarebbe diventato in seguito nientemeno che procuratore generale, dopo gli studi superiori, consegue la licenza in Filosofia e successivamente la laurea in Teologia. Dal 1974 dirige magistralmente la rivista Presenza agostiniana. La formazione dei giovani desiderosi d’abbracciare la vocazione religiosa e il contatto con gli ammalati di cancro sono, del suo lungo apostolato, le esperienze che lo hanno maggiormente arricchito: «Davvero grande – ha commentato a proposito di quest’ultima circostanza – è la dignità dell’uomo».