SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Con la fine dell’estate, il tema del futuro della viabilità locale torna a far capolino sulla scena politica e puntualmente si riapre la stagione delle polemiche. Alle critiche mosse al centrosinistra su questa problematica dall’ex assessore Luigi Cava (An), risponde oggi l’ex consigliere comunale dei Ds, Palmiro Merli: «Mi spiace deludere gli esponenti di Alleanza Nazionale, e in particolare l’ex assessore Luigi Cava, ma, almeno per quanto mi riguarda, non esiste proprio alcuna difformità di vedute all’interno del centrosinistra sul tema della grande viabilità. E’ vero che vi sono state alcune, a dir poco deformanti, interpretazioni giornalistiche del mio pensiero che potrebbero far pensare che il sottoscritto sia su posizioni diverse rispetto a quelle di altri esponenti dell’Unione».

Entrando nel merito della proposte per la grande viabilità, Merli precisa: «Non ho mai sostenuto l’inutilità della bretella collinare della città rispetto al progetto dell’arretramento dell’autostrada. Dico soltanto che le due infrastrutture rispondono a logiche completamente diverse. Una bretella collinare che raccolga il traffico della città, così come la Mezzina, sono soluzioni di impatto senz’altro positivo sul traffico costiero locale perchè entrambe contribuiscono a scaricare un grande volume di traffico non destinato alla città che oggi è costretto, per assenza di alternative, ad attraversare San Benedetto. Sono peraltro soluzioni attuabili in tempi relativamente brevi mentre è evidente che l’arretramento dell’autostrada richiede tempi e costi totalmente diversi».

L’ex consigliere invita i politici locali a pensare a soluzioni di più ‘ampio respiro’ per risolvere l’annosa questione del traffico sulle strade della Riviera: «Perché non cominciare a lavorare da oggi ad un’idea sulla quale tutti concordano, e cioè che è ora di alleggerire la pressione che grava su una striscia di terreno costiero attraversata da statale, autostrada e ferrovia. Se ha ancora una validità il concetto di “Corridoio Adriatico”, esso dovrà più equamente distribuire le infrastrutture sul territorio. Come appunto un’autostrada che si sviluppi più lontano dalla costa e che percorra l’asse nord-sud del Paese dal versante adriatico collegandosi alla costa attraverso una serie di snodi, magari connessi a infrastrutture ferroviarie e portuali».

«Sono progetti di ampio respiro, è ovvio – conclude Merli – ma presto questa logica sarà vincente e i finanziamenti, nazionali e comunitari, prenderanno questa direzione: e allora, perché non farsi trovare pronti cominciando da subito a progettare?»