PAGLIARE DEL TRONTO – Non ce ne vogliano i tanti amici juventini – tradotto: più della metà degli sportivi dello Stivale – ma l’estate 2006 sarà ricordata come l’estate dello scudetto interista. Inseguito per più di quindici anni – tanto è passato dall’impresa del Biscione targato Herr Ciofanni Trapattoni – sospirato sotto l’ombrellone, tra un colpo milionario messo a segno dal patron Moratti e i mille propositi, della serie prima o poi toccherà anche a noi; e alla fine è toccato pure a loro.
Poco importa al popolo interista se il risultato non ha avuto la benedizione del campo. E’ dovuta cadere in disgrazia la Juve, vittima o complice?, del Moggi sistema – ma anche qui le definizioni si sono sprecate, dal Moggigate a Moggiopoli, per il più generalizzante Calciopoli: due scudetti in meno e la B, categoria mai “assaggiata” dai bauscia meneghini. Affondato il club bianconero, sale in paradiso l’Inter, che si è cucita sul petto il sospirato tricolore.
L’hanno chiamato lo scudetto dell’onestà. Ma soprattutto: l’hanno festeggiato, magari in toni piuttosto dimessi. Ma l’hanno fatto. Dove? A Pagliare del Tronto per esempio, una delle roccaforti marchigiane del tifo nerazzurro. Un serpentone di macchine e pullman, munito di sciarpe e bandiere, e che ha raccolto tifosi o semplicemente simpatizzanti un po’ da tutto l’hinterland, ieri sera ha raggiunto l’Hotel Ristorante Miami di Villa Lempa di Civitella del Tronto, dove si è celebrata la festa.
L’inno della serata? Il Che na fava… do pcciù. Come dire: lo scudetto e la Juve in B. Meglio di così! Per concludere, dopo una ghiotta cena, non poteva mancare la torta, con tanto di tricolore, unitamente allo slogan della campagna abbonamenti del club milanese: Io sono Interista. Una volta quasi si vergognavano a dirlo. Oggi non più. Come dire: Lucianone Moggi a qualcosa è servito.
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