SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nuovi echi della polemica sorta durante l’ultimo consiglio comunale in merito all’attivazione di un centro diurno per anziani affetti da demenza senile e dal morbo di Alzheimer. Dopo la gara d’appalto annullata dal Tar (ne parleremo più avanti), Pasqualino Piunti sollecita la celere indizione di una nuova gara.

Il capogruppo di An ha presentato in consiglio un’interpellanza alla Giunta, ricevendo dall’assessore alle politiche sociali Loredana Emili una risposta da lui giudicata “sgradevole”.

La Emili ha assicurato sia che il centro per malati di Alzheimer verrà realizzato nel più breve tempo possibile, sia che non è d’accordo con le cifre fornite da Piunti.

Quest’ultimo ha citato alcune cifre fornite dalla Ausl 12 di San Benedetto che stimano circa un migliaio di casi di anziani con deterioramento mentale clinicamente evidente. Si tratta di una stima fatta in rapporto al numero di abitanti residenti nell’Ausl 12 e in base agli studi italiani in materia. Una stima statistica, quindi. Ma questa stima è stata confermata da una ricerca effettuata dai medici di medicina generale dell’Ausl 12 stessa (queste informazioni si leggono nel protocollo d’intesa firmato il 17 settembre 2003 dalla passata amministrazione con l’Azienda Sanitaria Locale Usl 12).

Sempre all’interno del protocollo d’intesa si legge che “sono oltre 160 i pazienti affetti da morbo di Alzheimer in terapia farmacologica nell’ambito del Progetto ministeriale Cronos, mentre sono oltre 180 i pazienti con demenza senile/Alzheimer in assistenza domiciliare integrata”.

In consiglio comunale la Emili ha affermato che secondo la sua interpretazione dei dati in città esistono 160 malati d’Alzheimer e 180 casi di demenze senili. Sempre durante il consiglio comunale il consigliere Ds Palma Del Zompo (un medico) ha fornito una versione intermedia: 700 casi di gravi forme di demenza senile.

A prescindere dai dati, resta il fatto che il deterioramento mentale nei soggetti anziani è un grande problema sanitario e sociale. Esso non dipende solo dal morbo di Alzheimer, ma può essere causato anche da disturbi vascolari nel cervello (arteriosclerosi cerebrale). In entrambi i casi ci sono forti disagi sia per il malato, che perde la propria autonomia, sia per familiari e congiunti che lo assistono amorevolmente. Una struttura pubblica semiresidenziale che accolga i malati durante il giorno darebbe loro le cure necessarie e allevierebbe il carico di lavoro sulle spalle dei familiari. E, aggiungiamo, sarebbe anche una gradita forma di riconoscenza dello Stato verso cittadini che lo hanno servito con il lavoro e le tasse.

Occorre ripetere che l’assessore Emili ha assicurato una attenta verifica dei dati al fine di studiare risposte al problema che siano il più possibile mirate e personalizzate. Questa amministrazione si è insediata da poco, speriamo vivamente che risolva questo problema aggirando le lungaggini che si sono verificate in passato.

L’istituzione del centro diurno, infatti, è stata approvata in consiglio comunale il 2 febbraio del 2004 e il 6 settembre del 2004 la vecchia Giunta ha approvato gli atti di indirizzo per l’affidamento del Centro. In seguito è stata indetta la gara d’appalto, conclusasi (provvisoriamente) il 17 febbraio 2005. Pochi giorni dopo (24 febbraio) uno dei concorrenti alla gara ha fatto ricorso al Tar delle Marche e successivamente al Consiglio di Stato, chiedendo l’annullamento della gara. Il 6 marzo di quest’anno arriva la sentenza del Tar: la gara è annullata e il Comune deve rinnovarla per intero. Ora Piunti avverte: «Vogliamo una gara di evidenza pubblica».