GROTTAMMARE – Nessuno è profeta in patria. Ma, stavolta, la patria è dilaniata da stridenti polemiche. Ieri la notizia: la scrittrice grottammarese Silvia Ballestra ha annullato lo spettacolo Donne del secolo scorso, che questa sera avrebbe dovuto concludere la rassegna Voci tra le Mura. Il motivo di questa decisione è, senza dubbio, il fatto che la giuria popolare del Premio Letterario Paolo Volponi ha segato terribilmente la sua ultima opera, La seconda dora, che ha raccolto appena un voto tra i 13 giurati nominati dal Comune di Grottammare (alla votazione, avvenuta lo scorso 29 luglio alla Rocca Tiepolo di Porto San Giorgio, hanno partecipato complessivamente 39 giurati, nominati in parti uguali dai comuni di Grottammare, Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio).
Un solo voto dunque per Silvia Ballestra, nonostante i 13 giurati nominati due anni fa dal Comune di Grottammare (tra i quali, oltre l’assesore Enrico Piergallini, il poeta Lucilio Santoni, la giornalista e scrittrice Antonella Roncarolo, Antonio Liturri del Punto Einaudi di San Benedetto, l’insegnante Anna Rita Perazzoli, la bibliotecaria Patrizia Crescenzi, il presidente del consiglio comunale Stefano Fabbioni e Lorenzo Rossi, figlio del presidente della Provincia Massimo). Una giuria quindi, vicina oltre che territorialmente anche per conoscenza e simpatie politiche.
Invece, su 39 voti, soltanto uno è andato alla Ballestra, mentre il vincitore è stato Mario Desiati con Vita precaria e amore eterno. Tanto è valso perché la scrittrice di La Guerra degli Antò non solo annullasse lo spettacolo da tempo annunciato, e pubblicizzato («Finalmente posso esibirmi a Grottammare», e «Questa adesso è una città coraggiosa», ci aveva detto di recente – potete riascoltarlo nel video allegato nella sezione Media Center), non solo riversasse parole al curaro contro la sua città, che invece che amica si è manifestata, nel segreto della giuria, traditrice (almeno secondo la Ballestra), ma abbia usato le parole (lei tanto abile) per colpire al cuore l’assessore alla cultura Enrico Piergallini: «L’assessore alla cultura di Grottammare prima mi ha detto di avermi votato, cosa che non risultava dallo spoglio delle schede, poi mi ha confessato che la sua penna non scriveva al momento del voto, quindi ha giurato di esser stato accecato dalla luce del teatro».
Esagerato? Forse, almeno in base alla ricostruzione di Piergallini: «Mi dispiace, devo difendermi e contrattaccare. La Ballestra pensava che io avessi orientato i giurati ad assegnare il mio voto a lei, cosa che non è nel mio stile. I giurati sono liberi di esprimere le loro preferenze». Tra l’altro Piergallini spiega che il suo voto, dato alla Ballestra, è riconoscibile: «Pensavo di aver commesso un errore perché al momento del voto mancava la luce in sala e così, invece di mettere la crocetta nel riquadro, l’ho posizionata al fianco. Ma l’Ufficio Stampa del Premio Volponi, contattato da me ieri sera, mi ha confermato che il mio voto è stato ritenuto valido». Dunque il solo Piergallini ha votato la Ballestra, e alla prima votazione: «Poi, come da sempre ammesso, ho dato la mia preferenza a Desiati». Il quale alla terza votazione, quando per vincere il premio era sufficiente la maggioranza relativa, si è aggiudicato il premio.
«Il mio rammarico è dato non tanto dall’annullamento dello spettacolo, cosa che può accadere» spiega Piergallini, «ma dal fatto che è così venuta meno un’amicizia che credevo solita. Mi dispiace, ma adesso debbo difendermi e contrattaccare». Chissà cosa ne penserà Silvia Ballestra: può una sconfitta ad un premio letterario causare tanta acredine personale? O, invece che un capriccio da star, ci sono motivazioni più profonde? Nessuno, si sa, è profeta in patria.

Di seguito riportiamo integralmente il comunicato scritto dallo stesso Piergallini: «Sono sconcertato dall’aggressione verbale della scrittrice Silvia Ballestra, che mi accusa di non aver votato il suo romanzo al Premio Paolo Volponi. Non vedo come la Ballestra possa essere sicura di ciò che afferma. Per conto mio ribadisco quanto ho già detto in via confidenziale ad altri giurati: ho votato il libro della Ballestra al primo turno, quello di Mario Desiati al secondo e al terzo. Ho già chiesto una verifica ufficiale dei voti ai responsabili del premio, poiché per una fortunosa coincidenza il mio voto è facilmente riconoscibile ed individuabile.
La cosa che mi sorprende di più, tuttavia, è il risentimento della scrittrice nei confronti della sua città. Molti non sanno che i giurati del premio Volponi sono 39, di cui 13 soltanto appartenenti al comune di Grottammare. Ebbene: perché la Ballestra accusa con tanta acredine l’assessore alla Cultura? Forse perché pensa che la “politica�? avrebbe dovuto fare carte false per favorirla nel premio? Ho creduto che fosse più giusto ed onesto non influenzare il voto dei giurati, salvaguardando la loro indipendenza di giudizio. I membri grottammaresi della giuria sono persone professionali, che in tutte le edizioni del Premio Volponi hanno svolto in maniera egregia il loro ruolo: ciascuno come sempre ha votato secondo il proprio gusto e la propria coscienza, interpretando correttamente in maniera completamente gratuita il ruolo delicatissimo di giurati.
La mia stima per la scrittrice Silvia Balestra resta, nonostante tutto, inalterata. Spero che a mente fredda e dopo le necessarie verifiche del voto si scusi con tutti per questo attacco ingiusto ed indelicato.»