GROTTAMMARE – Raffaele Rossi continua la sua battaglia contro la gestione del Festival dell’Umorismo Cabaret Amoremio! «La manifestazione nasce come talent scout di nuovi comici – afferma il consigliere di Alleanza Nazionale – Sin dalla sua prima edizione, si è caratterizzata per la capacità di scoprire i nuovi talenti, tra cui, tra vincitori e partecipanti, cito Francesco Paolantoni, Giovanni Cacioppo, Ficarra e Picone, Luciana Littizzetto, Max Giusti e Gabriele Cirilli»

Come già in passato ribadito, Rossi afferma che «negli ultimi anni la manifestazione sta mutando: invece di mettere in evidenza gli artisti emergenti, attira l’attenzione con dei comici conosciuti (molto costosi). Non occorre avere particolare capacità per organizzare una manifestazione di successo con dei comici affermati, basta avere i soldi a disposizione. Questa amministrazione è indifferente alle sorti della manifestazione, la utilizza solo per avere una vetrina dove mostrarsi».
Rossi continua dicendo che «non è stato mai annunciato un cambiamento profondo della manifestazione, il che comporterebbe un duro e competente lavoro, ma con il solito modus operandi, si cerca di sfruttare l’occasione e senza fare grandi sforzi, ci si mette in vista. Portare il Cabaret Amoremio! in televisione è una possibilità, ma si deve essere coscienti che si stravolge il fine per il quale è nato, e che si deve avere un budget più grande, e di molto, rispetto a quello attuale. Inoltre se il fine è quello di dare visibilità alla nostra città tramite il concorso, si deve tenere da conto, che i mesi invernali sono notoriamente quelli con più pubblico televisivo. Cambiamo la data del Cabaret Amoremio? E cosa offriremo hai nostri turisti nel mese di agosto?»
Rossi conclude affermando che «di sicuro possiamo dire che le ultime due edizioni erano uguali, stesso format, senza nessuna novità sostanziale. Il direttore artistico Pepi Morgia ha esaurito la sua creatività? Non sarà il caso di rinnovare? Speriamo che il buon senso prevalga e che il Cabaret Amore Mio ormai patrimonio della città non sia stravolto»