GROTTAMMARE – Giorni convulsi per il Grottammare Calcio. Il termine ultimo per iscriversi al campionato, il 12 luglio (mercoledì prossimo), è ormai alle porte. Ma il cruccio è sempre lo stesso: Amedeo Pignotti lascia oppure resta in sella? E se decidesse di andare avanti, in che modo?
Il patron biancoceleste aveva indicato l’inizio della settimana che volge a conclusione, come quella “buona” per la tanto attesa decisione. Pareva fosse orientato verso la vendita del titolo sportivo – conseguenza: muore il calcio a Grottammare – dopo sfoghi a ripetizione e i j’accuse nei confronti degli imprenditori locali, indifferenti e immobili; invece nelle ultime ore pare stia prendendo corpo l’ipotesi di senso opposto. Il classico colpo di scena?
«Il presidente mi ha chiamato stamattina – rivela Pino Aniello, diesse del sodalizio di via San Martino – dicendomi che probabilmente resterà alla guida del Grottammare. Non so bene se sarà affiancato da qualche altro imprenditore, in ogni caso mi ha detto di tenermi pronto, i tempi stanno stringendo».
Più cauto il commento dello stesso Pignotti, il quale comunque ammette: «Sto lavorando, di concerto con il sindaco Merli, per tentare di risolvere la questione. Non intendo sbilanciarmi. Le possibilità che resti alla guida della società? Uguali a quelle di quattro o cinque giorni fa. Mi ripeto: stiamo facendo il possibile perchè qualcosa cambi. Entro lunedì si dovrà decidere».
Aniello sembra invece già proiettato a “operare” sul mercato: «Onestamente la cosa mi ha preso abbastanza alla sprovvista. Ero ormai entrato nell’ordine di idee di poter prendere in considerazione le proposte che mi erano arrivate. Va bene lo stesso; tra poche ore è probabile che debba rimettermi al lavoro».
MERCATO: ADAMOLI AL CENTOBUCHI E a proposito di mercato, ieri il Centobuchi ha ufficializzato il secondo colpo: dopo Giorgio Galli, arriva Giuseppe Adamoli, centrocampista di 19 anni l’anno passato alla corte di mister Amaolo: «Onestamente eravamo in attesa di una sua chiamata. Non sapevo di questa possibilità, ero fermo al fatto che, per motivi di studio, probabilmente si sarebbe dovuto trasferire e in ogni caso ci dovevamo risentire. Ci siamo rimasti male», conclude con un briciolo di amarezza il direttore sportivo biancoceleste.