MONTEMONACO – Conoscere meglio la risorsa acqua in tutti i suoi molteplici aspetti anche dal punto di vista scientifico per programmare con più consapevolezza scelte amministrative, tecniche e stili di vita: questo in sintesi il messaggio del convegno nazionale “Acqua, sangue della terra”, che si è svolto sabato 24 giugno a Foce di Montemonaco, promosso dalla Provincia e dall’UPI (Unione Province Italiane) in collaborazione con il Centro Internazionale “Civiltà dell’Acqua” e con il Comune di Montemonaco.

Per tutta la giornata, nella sala convegni della “Taverna della Montagna” studiosi di livello nazionale ed internazionale specializzati in diverse discipline hanno approfondito con semplicità svariate tematiche legate all’acqua come fonte della vita evidenziando, in particolare, il delicato equilibrio tra acqua, bio-diversità ed ambiente che, se alterato, può comportare, come i dati scientifici attestano, gravi conseguenze a medio e lungo termine peggiorando la qualità della vita.

Ha aperto i lavori il saluto del sindaco di Montemonaco Vittorio Sansonetti . «A poca distanza da qui – ha detto il sindaco – nasce il fiume Aso, la cui sorgente copre il fabbisogno di 150mila persone con un’acqua tra le prime in Italia per qualità organolettiche: occorre però salvaguardare questo prezioso habitat naturale ed in particolare il lago di Pilato, unico al mondo per la presenza del chirocefalo del Marchesoni».

L’assessore provinciale all’Agricoltura, Parchi e Turismo Avelio Marini, che ha coordinato il convegno, ha sottolineato, leggendo passi significativi degli scritti di Vandana Shiva, teorica indiana dell’ecologia sociale, come l’acqua rappresenti una risorsa essenziale per il futuro del pianeta e per le nostre comunità locali. «Metteremo a disposizione delle altre Province – ha affermato l’assessore Marini – gli atti di questa iniziativa che si svolge sotto il patrocinio dell’UPI».

«Parlare della risorsa acqua significa parlare di sostenibilità, di diritti, di democrazia – ha sottolineato il presidente della Provincia Massimo Rossiil convegno è stato organizzato dalla Provincia perché in questo ente si realizza la progettazione condivisa del modello di sviluppo locale ed è quindi doveroso prevedere momenti di confronto per acquisire elementi di valutazione utili per chi, amministratori, imprenditori, tecnici, rappresentanti di associazioni ed esponenti della società civile, è chiamato ad assumere decisioni sull’uso delle risorse idriche».

Torquato Nanni, ordinario di Geologia Applicata al Dipartimento di Scienze della Terra dell’ Università di Ferrara, si è soffermato a lungo sulla necessità di una programmazione e organizzazione delle risorse idriche sotterranee e della pianificazione e salvaguardia dell’ecosistema fluviale, «una programmazione – ha affermato Nanni – che allo stato attuale non c’è in Italia: siamo in netto ritardo rispetto agli altri paesi europei». Lo studioso ha quindi illustrato vari dati come la dispersione dell’acqua dalla rete idrica che, nell’ascolano, risulta del 10% contro il 20% nel Pesarese ed il 40% in alcune zone dell’Abruzzo.

Stefano Ciafani, coordinatore scientifico nazionale di Legambiente, ha fatto il punto sullo stato di salute dei fiumi italiani che, nonostante importanti miglioramenti, riversano ancora nei nostri mari pericolose sostanze inquinanti come dimostrano le rilevazioni delle due “golette verdi” di Legambiente che ogni anno solcano l’Adriatico e il Tirreno.

«Anche in agricoltura occorre correggere la rotta con tecniche di coltivazione più sane e che comportino un saggio utilizzo delle risorse idriche – ha spiegato Giusto Giovanetti, direttore Scientifico del Centro colture sperimentali di Aosta – altrimenti si potrebbero determinare danni irreversibili ai terreni con conseguenze anche sulla salute umana».

Piero Farabollini, docente dell’Università di Camerino, ha evidenziato le conseguenze dell’azione dell’uomo sull’assetto dei sistemi fluviali, mentre David Fiacchini, biologo ed operatore tutela ambiente montano del CAI, ha affrontato il tema dell’importanza dell’acqua per la fauna dell’ambiente montano.

Nella sessione pomeridiana, non prima di aver assaggiato l’acqua della sorgente di Foce, tutti gli interventi hanno rimarcato con forza come la risorsa “acqua” sia un bene imprescindibile per l’umanità e per l’ambiente in cui viviamo. Toccante la relazione del direttore a.i. Centro Internazionale dell’acqua, Pippo Gianoni, il quale ha espresso il proprio pensiero attraverso le parole dello scomparso Renzo Franzin, suo predecessore, autore del libro “Il respiro delle Acque”.

La chiusura della giornata è stata affidata a Sergio Reolon, nella sua duplice veste di Presidente del Centro internazionale “Civiltà dell’Acqua” e di Presidente della Provincia di Belluno, il quale ha illustrato l’esperienza di riqualificazione ambientale e strutturale del tratto montano del bacino del fiume Piave, fiume definito come ‘il più sfruttato d’Italia’.