ACQUAVIVA PICENA – Comunemente noto per i monumenti, i prodotti enogastronomici ed artigianali e la Bandiera Arancione, da oggi il paese delle pajarole può vantare un ulteriore punto di forza.

Inaugurato lo scorso 27 maggio, il Centro Studi per l’Archeologia dell’Adriatico rappresenta il compimento di un progetto nato tre anni or sono da una sinergica collaborazione tra il Comune di Acquaviva Picena e l’Università degli Studi di Bologna. Partner preferenziali, la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche e la Provincia di Ascoli Piceno.

La struttura, che ha sede presso il restaurato Palazzo Celso Ulpiani, costituisce la prima sede dislocata, a livello nazionale, del prestigioso istituto di ricerca ravennate, operante nell’ambito della promozione e coordinazione di ricerche e studi legati all’antichità del bacino adriatico. La sede marchigiana si pone come precipuo obiettivo lo sviluppo di proficui progetti di collaborazione tra le aree del Piceno meridionale e della Croazia (Valle della Krka, sede di un importante parco archeologico), unitamente, attraverso una rete di lavoro telematica, alla tutela e valorizzazione dei siti archeologici in esse compresi.

Presenti alla cerimonia d’apertura, oltre alla Giunta Comunale, numerose autorità, quali, fra gli altri, il vicepresidente della Provincia di Ascoli Piceno Emidio Mandozzi, il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna professor Giuseppe Sassatelli, l’ispettrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche dottoressa Nora Lucentini, i professori Enrico Giorgi, Giuseppe Lepore e Antonio Gottarelli del Dipartimento di Archeologia dell’ateneo bolognese (insieme al loro staff), nonché una delegazione croata composta da docenti dell’Università di Zara e dal direttore del Museo Civico di Drniš Josko Zaninovic.

Parecchie le opportunità, grazie ai partner coinvolti nel progetto, che offrirà il neonato istituto acquavivano, sede di una nutrita biblioteca specializzata (ben 3.000 testi), ancora in fase di allestimento. Prima fra tutte, l’organizzazione di convegni nazionali ed internazionali, master universitari, borse di studio, stage e summer school, che consentiranno ai tanti studenti marchigiani del settore, costretti a specializzarsi altrove, di restare nella loro regione. Inoltre, «il gemellaggio e lo scambio culturale con la Croazia – come spiegato dall’assessore al Turismo Andrea Infriccioli – porterà turisti da entrambe le parti, grazie anche alla collaborazione con il Comune di San Benedetto».

Non ancora decisa con certezza l’intitolazione del Centro di ricerche, quest’ultimo sarà intestato molto probabimente a Nereo Alfieri, illustre topografo ed archeologo marchigiano vissuto durante la prima metà del secolo scorso, che ha a lungo operato nell’ex Jugoslavia.