NOME: Giulianova Calcio.
ANNO DI FONDAZIONE: 1924.
COLORI SOCIALI: maglia giallorossa a strisce verticali, calzoncini rossi e calzettoni gialli.
CENNI STORICI: il club abruzzese non vanta una tradizione di rilievo, spesso si è ritrovata nel limbo della C – ben 23, compreso quello attuale, i campionati disputati (il primo nell’annata 1939-’40) – ma mai è riuscita ad agguantare la cadetteria.
Nel ’95 ritrova la terza serie dopo ben 16 anni di astinenza ed i risultati più brillanti del sodalizio di via Gramsci rimangono le due semifinali play off delle stagioni ’95-’96 e ’97-’98, ambedue perdute.
Gli albori del calcio nel minuto centro abruzzese si fanno risalire alla metà degli anni Venti, quando nacque l’S.S. Giulianova, presieduta da Alfonso Migliori, che rappresenta la prima squadra cittadina. Poi seguirono la Pro Italia e la scissione interna con la Castrum.
Trovata per la prima volta la C nel ’39, i giallorossi – l’attuale maglia viene utilizzata per la prima volta nel ’33 – la lasciano nel ’48, per ritrovarla poi a più di vent’anni di distanza, nel ’70, grazie alla competenza del giocatore-allenatore Adelmo Capelli.
Hanno militato col Giulianova diversi giocatori che successivamente sono approdati nella massima serie, fra i quali citiamo Paoloni (Venezia), Di Pasquale (Bologna), Piccioni (Genoa), Braga (Napoli), Curi (Perugia), Ciccotelli (Como), Tancredi (Roma), Lelj (Fiorentina), De Patre (Atalanta), Giampaolo (Juve), Micolucci (Udinese), C. Del Grosso (Udinese).
Nella stagione in corso, dopo un avvio brillante, la squadra di Giorgini si è smarrita strada facendo. Si è poi ritrovata per poi ricadere in basso una seconda volta. Manca davvero poco (1 punto?) per la salvezza, anche se quella che sta volgendo al termine sarà considerata una stagione, nel complesso, troppo in altalena.
STADIO: Rubens Fadini. Capiente per circa 8.000 spettatori, costruito nel 1923 e molto raccolto su se stesso, ha di certo rappresentato nel corso degli anni uno dei punti di forza della compagine abruzzese, che ha sempre potuto contare su di un pubblico a ridosso del campo, che fa sentire ai locali il proprio sostegno e agli ospiti la propria azione di disturbo.
Possiede come unico settore coperto la tribuna, mentre gli ospiti vengono fatti sistemare in curva Est. Impianto decisamente fatiscente, anche per la terza serie.
CITTA’: Abitata da poco più di 21.500 persone.
Storia. Le origini di Giulianova si fanno risalire ad una città potente e fortificata, dal nome , di cui si ha testimonianza attraverso scritti di Plinio, Strabone, Vellejo Patercolo, Tolomeo ed altri. Fu fondata su un insediamento preesistente, probabilmente intorno al 290 a.C., come colonia romana in prossimità del mare e sulla riva sinistra del fiume Batinus (Tordino) dove sviluppò un importante porto-canale mercantile e militare, la cui capacità strategica si sarebbe rivelata sotto Curio Dentato prima, al principio della guerra cartaginese poi, e ancora sotto Silla, Augusto e Nerone.
Come tutti gli insediamenti marittimi, la città subì varie distruzioni, sicché gli abitanti tesero a ritirarsi verso la parte più alta e meno debole.
Ruderi ritrovati al di sotto delle opere romane testimoniano l’esistenza di una città preromana. Non si puo’ affermare con sicurezza quale popolo possa averla fondata ; fu comunque abitata da Siculi, Liburni, Etruschi, Galli.
Durante il Medio-Evo, Castrum cambiò nome in Castel San Flaviano. Secondo la leggenda nel 1004 approdarono nei suoi Lidi, attraverso vicende non chiaramente documentate, le reliquie del Santo, attribuite al Vescovo di Costantinopoli, oggi Patrono della città. L’identità di S. Flaviano rimane misteriosa: per alcuni sarebbe riferita al Patriarca di Costantinopoli vissuto all’epoca di Teodosio II, per altri ad un Santo vescovo locale vissuto intorno alla fine dell’impero romano.
Nel 1460, nei pressi della città, si svolse una violenta battaglia fra le forze Aragonesi, comandate dagli Sforza, e le forze Angioine, guidate dal Piccinino. Ne seguirono distruzioni e incendi che, accompagnati alla malaria dilagante, a causa dei terreni acquitrinosi, resero malsani e malsicuri i luoghi e indussero l’allora feudatario Giuliantonio Acquaviva, Duca di Atri e Conte di Conversano, a costruire nel 1470 una rocca più a nord, nella parte alta della collina.
La nuova città fu chiamata, dal nome del suo fondatore, Giulia Nova: costruita a forma di quadrilatero, era cinta da fortissime mura a scarpa con feritoie e merlature, e difesa da munitissime torri che rimasero in piedi fino al 1860. Alla città si accedeva attraverso tre porte: Porta da Piedi o Marina, che si apriva a sud del muro orientale, Porta Napoli o degli antichi Cappuccini ( a pochi passi da questa si imboccava via Cupa, che è servita per secoli alla comunicazione per Teramo) e Porta da Capo nel lato settentrionale.
Sul lato est della odierna Piazza Buozzi sorge tuttora un sontuoso palazzo, residenza degli Acquaviva, di fronte al tempio dedicato a San Flaviano, l’attuale Duomo.
Finita l’epoca napoleonica, Giulia tornò sotto il dominio dei Borboni, fino all’Unità d’Italia. Nell’ottobre del 1860, sulla strada per Teano, Re Vittorio Emanuele II fece visita alla città, accolto con tutti gli onori dal primo Sindaco dell’Unità d’Italia, Geatano Ciaffardoni.
Fino a circa un secolo fa, Giulianova era cinta dalle mura che furono man mano abbattute per dare luogo a nuove costruzioni. Il Centro Storico, tuttavia, conserva ancora l’originaria struttura viaria.
La città oggi. Giulianova si estende lungo la costa adriatica, delimitata a sud dal fiume Tordino e a nord dal fiume Salinello. La città è suddivisa in tre quartieri : il Lido, che costituisce la zona balneare e di rilevanza turistica; l’Annunziata, nella zona sud della fascia litoranea dove nacque, e si sviluppò in origine la colonia romana di Castrum Novum; il Paese, dove si trova il centro storico e l’abitato circostante lungo il primo crinale collinare; Colleranesco; che, oltre a due nuclei, contrada Case di Trento e contrada Casale, diramazioni del centro urbano verso le zone agricole alle spalle della collina.
Chiese. La chiesa rinascimentale di San Flaviano, del XV secolo, è la più importante della cittadina. Fuori dell’abitato è situata la chiesa di Santa Maria a Mare. Da citare la pinacoteca “Vincenzo Bindi�?, dove sono custoditi dipinti e cimeli di storia risorgimentale abruzzese.
Cucina marinara. In Abruzzo, fin dai tempi antichi, esiste la cosiddetta ‘Guerra dei Brodetto’, nella quale il Brodetto alla Giuliese è il ‘contendente’ del Brodetto alla Vastese.
Il primo prevede la cottura graduata, prima del pesce più duro a cuocersi (seppie, totani, calamari, ecc.), in ultimo di quello dalla cottura immediata (merluzzo, sogliola, triglia, ecc.). Il Brodetto Vastese invece prevede la cottura di tutto il pesce messo insieme nella teglia. Il coperchio viene tolto solo quando la pietanza viene portata in tavola.
Tra gli ingredienti, fa spicco “il listello di peperone dolce” in contrasto con l’aceto del Brodetto all’uso di San Benedetto del Tronto. Questo tipo di piatto consente di fare un discorso di tradizioni popolari marinaresche. Per riportarci alle tradizionali prelibatezze, si potrebbe parlare delle Panocchie Soffocate, l’antipasto dei pescatori preparato sulle “Lancette”, le barche antesignane degli attuali motopescherecci.
TIFOSERIA: la ‘casa’ degli ultras è la curva Ovest, presenziata da quattro gruppi in particolare, ovvero Pirates, Collettivo Blasco, Krazy Boys e Zona Kaos.
Indimenticato pioniere del tifo giallorosso il Commando Ultrà Giulianova – denominazione assunta in onore del CUCS Roma, così come la società agli albori scelse i colori giallorossi ispirandosi ai capitolini – nato nel ’79 e scioltosi nei primi anni Novanta.
Il periodo migliore della tifoseria giuliese è probabilmente coinciso con la metà degli anni Novanta e le due stagioni d’oro di cui si diceva sopra. Attualmente paiono in leggero calo, anche se bisogna dire che le presenze ed il calore della tifoseria, rapportate alla grandezza della città, sono ammirevoli; da non sottovalutare anche il fatto che le ultime stagioni non sono state propriamente esaltanti per i giallorossi, che hanno sempre dovuto lottare per il mantenimento della categoria. Loro – i tifosi – ci sono comunque.
‘Pillole’ dall’attuale stagione: 1.099 gli abbonati, pari a 1.595 unità invece la media dello stadio Fadini nelle gare interne.
Rivalità. Teramo (su tutte) – il derby, movimentato, di Coppa Italia, giocatosi la scorsa estate, è costato diverse diffide da ambo le parti – Lanciano, Chieti e Frosinone, ma anche Ascoli, Ancona e Sambenedettese. Nessun gemellaggio o amicizia particolari.