ROMA – Oggi, vent’anni dopo quel tragico giorno del 26 aprile 1986, le ferite di Chernobyl sono ancora aperte.
L’effetto immediato della catastrofe nucleare, la più grave della storia umana, fu paragonabile all’esplosione simultanea di più di 100 bombe nucleari analoghe a quelle che nel 1945 avevano sterminato Hiroshima e Nagasaki.
La Bielorussia subì il colpo più devastante della tragedia: il 70% delle precipitazioni delle sostanze radioattive, la contaminazione di circa 3600 centri abitati con un quarto della popolazione, la cancellazione dell’uso di 2,65 mila km² dei terreni agricoli, l’inquinamento di un quarto del fondo boschivo nazionale e numerosi giacimenti di risorse naturali, sfollamento di 137 mila persone, 11 mila invalidi, di cui più di 1300 tra bambini e adolescenti. In totale più di 1,7 milioni reduci di Chernobyl, tra cui più di 360 mila bambini e adolescenti.
Fortunatamente, la Bielorussia non rimase sola di fronte all’abisso del disastro radioattivo, senza precedenti per la gravità delle sue conseguenze alla salute e vita umana, sistemi ecologici, sociali ed economici, patrimonio culturale.
L’Italia sin dall’inizio assunse una posizione di cruciale importanza nel movimento umanitario internazionale, in primo luogo nell’accoglienza di bambini di Chernobyl. Il movimento umanitario italiano raggruppa centinaia di associazioni cui partecipano migliaia di famiglie.
Secondo alcune stime, in 14 anni delle relazioni diplomatiche tra i nostri paesi vi avrebbero trovato ospitalità più di 400 mila bambini bielorussi, mentre il numero complessivo degli italiani che li hanno ospitati avrebbe superato 3 milioni.
La continuità di questo movimento, intenso oggi come vent’anni fa, nonostante un’oggettiva “stanchezza�? dei donatori ed inevitabile spostamento della loro attenzione verso altri, più recenti, disastri, dimostra la forza e la solidità dell’impegno del popolo italiano nella grande causa di salvezza dei bambini di Chernobyl.
Nel 2005 più di 26 mila bambini bielorussi, cioè più del 50% di tutti coloro che in quell’anno si sono recati all’estero, sono stati accolti presso famiglie italiane.
Quest’impegno assume diverse forme, tra cui anche quelle di costruzione delle case famiglia, ristrutturazione di orfanotrofi e colonie estive per bambini, forniture di attrezzature mediche. Nel 2005 il flusso di aiuti umanitari italiani alla Bielorussia ha superato 3,2 milioni di dollari. La cooperazione umanitaria sta evolvendo verso progetti da realizzare in Bielorussia, ideati per creare ai bambini di Chernobyl e soprattutto a quelli meno fortunati – orfani, handicappati, diversamente abili – le condizioni per l’inserimento nei contesti sociali più favorevoli.
In occasione del 20° anniversario della tragedia di Chernobyl la Bielorussia rivolge il più cordiale e sincero ringraziamento all’Italia, al popolo italiano ed a tutti coloro che negli anni trascorsi dalla catastrofe nucleare continuano a portar avanti il compimento di un’opera, le cui dimensioni e significato rimarranno ricordati tra le più decorosi e benefici esempi dell’azione umanitaria a favore delle innocenti vittime della tragedia tecnogena, ivi compresi il popolo, la natura, la cultura e tutto ciò che è caro al cuore di ogni bielorusso.
Nel ricordare oggi il grande sacrificio di milioni di italiani che hanno offerto accoglienza ai piccoli reduci di Chernobyl, di migliaia di volontari che si recano continuamente nelle zone contaminate da radionuclidi per dare il loro prezioso aiuto nella realizzazione di diversi progetti sociali, di centinaia di semplici uomini e donne che nell’ambito di associazioni e comitati sparsi in ogni angolo dell’Italia continuano l’infaticabile opera di propagazione della memoria dell’incidente nucleare di Chernobyl, l’Ambasciata bielorussa si associa ai sentimenti di riconoscenza e gratitudine che riempiono di speranza lo sforzo, ormai comune dei nostri popoli, volto a risuscitare la terra bielorussa e la sua gente dall’incubo di Chernobyl.
Grazie a tutti voi che con i semplici gesti personali, con l’indifferenza e la solidarietà state sfidando quella che fu sicuramente la più disastrosa tragedia nucleare della storia umana!
* Ambasciatore della Repubblica di Bielorussia presso la Repubblica Italiana