NOME: Genoa Cricket Football Club.
ANNO DI FONDAZIONE: 1893.
COLORI SOCIALI: maglia rossoblu a quarti, pantaloncini e calzettoni blu.
CENIN STORICI: «Quell’espressione un po’ così» cantava Bruno Lauzi nella sua “Genova per noi�?. L’ha tenuta la città colorata di rossoblù nel corso di una delle estati più nefaste mai trascorse dal popolo genoano, come soleva definirlo il compianto Franco Scoglio. La squadra di Serse Cosmi aveva infatti guadagnato la promozione in serie A dopo un’assenza che durava da ben dieci stagioni, dopo un campionato sofferto, ma in sostanza condotto dall’inizio alla fine.
E invece le note vicende sul calcioscommesse hanno spalancato ai liguri le porte della C (con annessa penalizzazione di 3 punti), categoria assaporata in precedenza in una sola circostanza, nella stagione 1970-’71.
Il palmares della squadra più vecchia d’Italia, vera e propria culla del calcio nostrano – fondata nel lontano 7 dicembre 1893, presso il Consolato di Gran Bretagna, da alcuni esponenti della folta comunità inglese stabilitasi a quel tempo nel capoluogo ligure, e in particolare dal medico James Spensley, vanta, fra gli innumerevoli record, il primato per essere stata la prima società a istituire un settore giovanile (1902), la prima società ad ingaggiare un allenatore e dei giocatori professionisti (1912), la prima squadra italiana, al pari della Juve, a giocare in una competizione europea (1929; Coppa Europa Centrale) – parla chiaro: 41 torni di serie A, 32 cadetti, 9 scudetti (detiene il primato della prima vittoria del campionato nazionale, nel lontano 1898), una Coppa Italia (’36-‘37), due Coppe delle Alpi (1962 e 1964) e un Torneo Anglo-Italiano (’95-96).
Difficile per una delle tifoserie più calorose e fedeli d’Italia (anche quest’anno 15.355 abbonati, a dispetto della cocente retrocessione) – denota in questo un’indole spiccatamente british, quasi a fare il paio con le origini del proprio fondatore – ritrovarsi a fare i conti con la C, categoria che va assolutamente stretta alla piazza e alla squadra allestita nel corso del mercato estivo dal presidente Enrico Preziosi.
I momenti più belli della ricca e fascinosa storia rossoblù? Tolto il periodo a cavallo tra le fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, in cui il Grifone collezionò ben sei Tricolori nell’arco di tempo che è andato dal 1898 al 1904 (tra il ’22 e il ’24 arrivano gli ultimi due, l’ottavo e il nono), la scelta ricade senz’altro sul Genoa che, guidato dalla saggezza di Osvaldo Bagnoli e dalla classe delle ultime bandiere rossoblu Signorini, Ruotolo e Torrente, seppe regalare alla città dapprima un quarto posto nella stagione di A targata 1990-’91 e in quella successiva una storica semifinale di Coppa Uefa – purtroppo perduta al cospetto dell’Ajax (3-2 per i ‘lancieri’ in Italia, 1-1 in Olanda) – grazie all’altrettanto storica vittoria ai danni del Liverpool.
I reds, la sera del 18 marzo 1992, soccombettero sotto i colpi di ‘Pato’ Aguilera, autore di una doppietta, consegnando al Grifone il vanto di essere stata la prima formazione a batterli sul loro terreno in una competizione ufficiale.
Quello era anche il Genoa del presidente Spinelli, ora a Livorno, il quale seppe portare a livelli mai raggiunti il club rossoblu, ma che con altrettanta celerità lo fece sprofondare per nove lunghi anni nell’anonimato della B.
Venendo alla storia recente la scorsa estate mister Vavassori ha sostituito Guidolin, precedentemente chiamato nella speranza di partire dalla massima serie. Enrico Preziosi aveva messo a disposizione dell’ex tecnico dell’Atalanta un’autentica fuoriserie (Baldini, Gargo, Sottil, Lamacchi, Cavallo, Rossi, Tedesco, Caccia, Grabbi, Sinigaglia e via dicendo), che stava facendo faville nell’attuale girone A. Non è bastato, visto che all’indomani della sconfitta di Busto Arsizio, la prima della stagione, datata 5 marzo, il patron Preziosi ha dato il benservito a Vavassori, per chiamare alla corte del Grifone l’ex Attilio Perotti, il quale finora ha guadagnato 14 punti, frutto di vittorie, 2 pareggi ed 1 sconfitta (nel derby della Spezia).
CITTA’: Genova conta poco più di 600.000 abitanti.
Origine del nome. L’origine del nome di Genova è assai complessa e controversa: la leggenda vuole Genova derivare dal dio Giano bifronte, in latino Janus, il dio del passaggio. Gli antichi lo consideravano come introduttore della moneta nella società, Giano era protettore tutti i passaggi e fra di essi anche la porta di casa, o della città.
Ciò è molto importante nella storia di Genova ed in epoca medievale questa tesi venne presa in tale considerazione che la città assunse il nome di Ianua in vece del latino Genua. Ciò trova un solido riscontro nel fatto che tutt’oggi Genova è porta fra l’Europa ed il Mediterraneo. Nella cattedrale di San Lorenzo esiste una sua immagine con la scritta Ianus Primus Rex Italiae. La teoria della “Porta” la si ritrova nell’importanza data alla porta a Genova, ogni portale veniva decorato e sullo stipite posto un bassorilievo, spesso raffigurante San Giorgio che uccide il drago o altre scene di santi.
Secondo altre versioni il nome ha presumibilmente una radice indo-europea (genu = ginocchio), od omòfona (tale cioè da indicare il mento). In entrambi questi ultimi casi si tratterebbe di un riferimento della posizione della città rispetto alla costa del Mar Ligure, le attuali riviere liguri oppure della morfologia del promontorio sul quale oggi si trova il quartiere del molo. Ai genovesi piace pensare il nome della loro città avvolto nel mistero e preferiscono lasciarlo lì a testimonianza dell’antichità della comunità genovese.
Il nome della città in dialetto ha subito una contrizione, in epoca moderna la città veniva chiamata Zenoa pronunciato in genovese Zenua (con la zeta dolce) ed oggi, invece, semplicemente Zena.
E, sempre riguardo al nome di Genova va poi fatta notare una particolarità: i santi protettori di Genova sono San Giovanni Battista – patrono ufficiale della città – e San Giorgio.
Genova e l’Europa. Attualmente Genova è una moderna metropoli cosmopolita al centro di un processo di profonda trasformazione – anche urbanistica – e alla ricerca di una identità tra i fasti del passato e le sfide del terzo millennio, aperte in maniera anche drammatica con la riunione dei G8 nel luglio del 2001 che ha portato nella città centinaia di migliaia di contestatori no global.
Una radicale trasformazione nella forma di regime (con la definitiva fine della storica Repubblica) si ebbe il 19 gennaio 1798 quando, con una sollevazione popolare, venne costituita la Repubblica Ligure, riconosciuta dai francesi che avevano nel frattempo occupato la città; il 9 giugno 1805, poi, la nuova entità statuale venne annessa all’impero francese.
Il nome di Genova è tutt’oggi legato a due settori in particolare: la nautica (incidentalmente va detto che il nome inglese della città corrisponde ad un tipo di vela, il Genoa appunto), e l’abbigliamento.
La tela comunemente chiamata “jeans” proviene da un tipo di tessitura realizzata anticamente per confezionare le divise dei balestrieri genovesi che in epoca medievale erano l’unico corpo scelto organizzato d’Europa o per la copertura delle galee. Il tessuto blu, molto resistente ed economico veniva utilizzato dagli operai del porto, i così detti “camalli”, come grembiule, un sorta di gonnello divenuto tipico della compagnia dei “Caravana”. Il nome Jeans deriva dalla storpiatura inglese del termine francese Gênes, Genova appunto.
Genova è considerata la città “più inglese” d’Italia, e ciò vale tanto nell’abbigliamento – la città, fra le altre cose, vanta la primogenitura dei blue-jeans – quanto nei modi degli abitanti.
Genova e la cultura. Capitale europea della cultura per il 2004 assieme alla città francese di Lille, Genova è sede di un’importante Università e dell’Accademia Ligustica di Belle Arti.
Di notevole valore è il suo polo museale, articolato in diverse strutture e pinacoteche fra cui le gallerie di Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Palazzo Reale, il Palazzo del Principe, antica residenza di Andrea Doria, e il Palazzo Ducale. Il sistema museale è arricchito poi dal Museo del mare e della navigazione, al porto antico, e numerose altre realtà dislocate nelle varie delegazioni da Voltri a Nervi.
Il Museo di Sant’Agostino e il Museo di Villa Croce ospitano antichi reperti medievali e qualificate mostre di pittura, mentre importanti manifestazioni culturali – fra cui esposizioni e concerti di musica – sono organizzate per buona parte dell’anno nelle ville Luxoro e Frugone, al Parco di Nervi.
Un punto di riferimento per la cultura musicale cittadina è il Teatro Carlo Felice mentre nuovi spazi e nuove strutture sono stati recuperati o sono sorti recentemente per soddisfare la richiesta di musica pop da parte di un’utenza prettamente giovanile.
Va ricordato che proprio a Genova nacque uno fra i maggiori violinisti di tutti i tempi, Niccolò Paganini. La città di Genova è proprietaria, per lascito testamentario anche del suo famoso violino, un Guarnieri del Gesù, da lui stesso chiamato “Cannone”.
È conservato presso il comune assieme ad un altro violino copia del “Cannone” fatto costruire da Paganini e regalato al suo unico allievo Camillo Sivori.
Genova è sede del LUG Genuense Linux User Group e del LUGGE .
In campo musicale, a Genova – città nella quale hanno mosso i primi passi i Matia Bazar, i New Trolls, i Ricchi e Poveri – sono attivi numerosi gruppi musicali e vocali la cui fama oltrepassa l’ambito locale. Numerose le rappresentazioni di musica sacra che si tengono in varie sedi, incluse importanti chiese cittadine.
La Lanterna. Il centro storico di Genova è uno tra i più grandi d’Europa, e per molti aspetti anche uno fra i più decadenti a causa dell’incuria e del forte tasso di inquinamento, sebbene sia attualmente in corso una lenta ma importante opera di bonifica. La sua struttura urbanistica, nella parte più antica, articolata com’è in un dedalo di piazzette e stretti caruggi, unisce una dimensione medioevale a successivi interventi cinquecenteschi e barocchi (piazza San Matteo e la vecchia via Aurea, oggi via Garibaldi).
Resti delle antiche mura secentesche sono visibili tuttora nei pressi della cattedrale di San Lorenzo, luogo di culto per eccellenza dei genovesi.
Simboli della città sono la Lanterna (alta 117 m), antico e svettante faro visibile in distanza dal mare (oltre 30km), e la monumentale fontana – recentemente restaurata – di Piazza De Ferrari, cuore pulsante e vera e propria “agorà” cittadina.
Meta turistica per eccellenza è anche l’antico borgo marinaro di Boccadasse, con le pittoresche barche multicolori, posto come a sigillo della elegante passeggiata che costeggia il Lido d’Albaro, e rinomato per i suoi famosi gelati.
L’Acquario.La realizzazione dell’Acquario al porto antico, accanto alla “Marina” (il porticciolo turistico in grado di accogliere centinaia di imbarcazioni da diporto), insieme alla ristrutturazione dell'”Area dell’Expo” – coincisa con le “Celebrazioni colombiane” del 1992 – hanno via via restituito alla città l’antico orgoglio di un tempo. L’acquario di Genova è il più grande d’Europa.
Un orgoglio che viene dalla consapevolezza – che i genovesi avvertono sempre più – di avere il centro storico più vasto (e degradato, aggiungono i più critici) d’Europa. Un centro storico che si dipana in una miriade di caruggi su cui – dall’alto della collina di Carignano, visibile quasi da ogni parte della città – si erge la rinascimentale Basilica di S.Maria Assunta.
Genova e Dante. Dante non fu certo benevolo verso questa città, pure tanto ammirata ed amata da molti illustri viaggiatori, tanto che finì per mandare i suoi abitanti all’Inferno.
Qui, esattamente, al trentatreesimo canto del primo libro della sua Comedia, il sommo poeta lancia un’invettiva che sembra non lasciare scampo:
Ahi genovesi, uomini diversi d’ogne costume e pien d’ogne magagna, perché non siete voi del mondo spersi?
Eppure sono molti i personaggi storici ai quali la città vanta di aver dato i natali; fra essi sono da ricordare – oltre ai celebri dogi, ammiragli, esploratori e navigatori (su tutti Andrea Doria e Cristoforo Colombo) – i patrioti Goffredo Mameli, autore dell’inno nazionale italiano, Giuseppe Mazzini e Giovan Battista Perasso (il balilla icona dell’orgoglio cittadino); fra gli artisti, il violinista Nicolò Paganini e i pittori Bernardo Castello, Rubaldo Merello e Luca Cambiaso, iniziatore della scuola genovese.
Il pesto. Genova è conosciuta anche all’estero per il pesto (salsa per condimento a base di basilico locale, pinoli, aglio, formaggio pecorino e olio di oliva).