BUENOS AIRES – «Negli ultimi anni è passato un tornado che ha buttato giù le basi economiche e sociali, qualcosa si sta riprendendo, bisogna agire per offrire un minimo di aiuto», esordisce così Riccardo Merlo, figlio di un emigrato veneto originario di Miane (Treviso), nato e residente a Buenos Aires dove vive e lavora. Assieme ad altri undici è appena entrato a far parte della Camera dei Deputati ed è stato eletto con 43.057 preferenze, il maggior numero di consensi ottenuti in assoluto fra i candidati nella circoscrizione Estero, e con notevole distacco rispetto ai 28.839 di Franco Narducci, il secondo fra i più votati, eletto dalla ripartizione Europa.
Ha 44 anni, è sposato ad un’italo uruguaiana, ha un figlio di 7 anni, Valentino. È laureato in legge, ma lavora nell’imprenditoria edilizia.
L’Argentina è diventata l’amata terra di adozione dove Merlo ha preso a cuore le sorti dei connazionali entrando a vele spiegate nell’associazionismo, tanto da presiedere l’associazione Trevisani nel Mondo e il Comites del capoluogo argentino, il Cava (le associazioni venete), l’Ulm (Umanesimo latino) nazionale e l’Utrim (Triveneti) dell’America Latina.
Riccardo Merlo ha un buon rapporto anche con Miane, il paese dei tanti parenti, dove ha trovato un suo secondo habitat affettivo. Si è formato ed è cresciuto nell’alveo delle associazioni tanto che la lista par la quale è stato eletto non a caso si chiama Aisa, Associazioni Italiane del Sud America. Della medesima formazione politica fa parte anche il padovano Luigi Pallaro, eletto al Senato, che fra l’altro di sta adoperando a fianco del comitato Atm promosso da don Canuto Toso, e presieduto da Giuseppe Zanini, per il lancio di una casa di riposo a Buenos Aires.
«Le associazioni sono state valorizzate, ci hanno dato sicuramente una mano e voglio davvero ringraziarle tutte – dice Merlo – ma dentro le associazioni c’è il massimo del pluralismo con persone di una parte e anche dell’altra. È per questo che ci siamo presentati come indipendenti e non abbiamo preso posizione, almeno per ora».
Quali saranno le richieste prioritarie?
«Un assegno sociale per gli anziani in estremo disagio. Basti pensare che tantissimi italiani prendono 100 euro al mese e con questi devono campare. Per altre cose prenderemo a modello quello che fa la Regione Veneto».
Com’è oggi la situazione in Argentina?
«In leggera ripresa, ma c’è ancora povertà strutturale e non basta poco tempo per cambiare, anche perché tuttora l’inflazione qui galoppa al ritmo dell’1%. Al mese, non all’anno…».
E i Consolati d’Italia, come funzionano?
«Mancano i mezzi, e la carenza è grande. Per esempio è impossibile avere in breve tempo il documento di cittadinanza. I tempi sono a dir poco spaventosi».
Tanti vorrebbero tornare in Italia, nei loro luoghi di origine. Ora che sei deputato, ci ha pensato?
«No! Mai! Treviso e il Veneto sono la mia seconda casa, ma l’Argentina è la prima. Qui ho sempre avuto un lavoro. Lo sconsiglio. Perché vuol dire lasciare la famiglia e la terra in cui si è nati. Non sarò mai favorevole ad una emigrazione di ritorno».
Un sogno?
«Interessare Regione Veneto e Provincia di Treviso perché vengano finanziati viaggi per anziani che per ristrettezze economiche non hanno mai potuto rivedere i paesi dove sono nati i propri antenati».
Un saluto?
«Soprattutto a Miane, agli amici e ai trevisani tutti».