SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ci aveva chiesto di «lasciarlo in pace», e l’abbiamo fatto, per evitare che la nostra battaglia fosse mescolata con pericolose accuse di partigianeria politica, in vista delle elezioni politiche. Trascorsa la fatidica data, come già gli avevamo ricordato la scorsa settimana (e allora era stato bonario… ), lo abbiamo richiamato. Stavolta, però, sono state scintille. E ci sorge una domanda: dopo essere stato escluso al Senato del Lazio, «l’eterno candidato» Dante Merlonghi dell’Italia dei Valori ha ancora intenzione di restare in politica? Oppure sta pensando di dedicarsi, più proficuamente, ad altro?
Ad ogni modo, non ci era andato giù il teatrino con cui l’intera città di San Benedetto era stata liquidata da Tonino Di Pietro la sera del 21 marzo, quando l’ex magistrato nazionale era arrivato in Municipio assieme ad Alberto Soldini (pseudo-presidente della Samb e candidato per l’IdV) e all’eminenza grigia di tutta l’operazione, Franco Fanali. «Soldini si è presentato da solo» ci aveva giurato il buon Tonino, come se l’Italia fosse veramente quella Repubblica delle Banane spesso descritta dai giornali di tutto il mondo. E poi, ciliegina: «Soldini era fra gli iscritti ad Ostia…» Assolutamente non vero, come ci hanno riferito i coordinatori dell’IdV di Ostia.
«Ma che ve ne frega? Io non ho niente da dirvi»: ecco papale-papale il Merlonghi-pensiero. Come se la stampa non dovesse occuparsi del papocchio Soldini-Di Pietro, ma del sesso degli angeli!
Ma non le chiedo mica un’intervista: prendiamoci un caffè e parliamo di come sia stato possibile che Soldini sia stato candidato alla Camera da Di Pietro…
«Voi ci avete fatto un danno grandissimo con questa storia, ne avete fatto un caso politico, invece era una storia sportiva!»
Ma quale storia sportiva: se non è un caso politico questo! Guardi caro Merlonghi che se ci dice queste cose, noi questo scriviamo…
«E scriva, scriva, a me non me ne frega niente!»
E Di Pietro che ci ha detto che Soldini era tra gli iscritti ad Ostia, e questo non è vero… È nostro dovere sapere perché e informare i lettori!
«Ma cosa volete sapere, basta!»
Mi faccia parlare con Di Pietro, allora…
«Con Di Pietro, ma per piacere!»
Un muro di omertà, dunque, attorno alla vicenda Soldini-Di Pietro? Un muro di omertà da parte del coordinatore marchigiano del partito dell’Italia dei Valori? Chissà se l’«eterno candidato», forse fuori di sé per il risultato elettorale, avrebbe il coraggio di rispondere con tanta arroganza anche ad un giornalista del “Corriere della Sera�? o del “Manifesto�?, tanto per citare due dei quotidiani nazionali che si sono interessati del «caso politico» che secondo Merlonghi non aveva ragione di essere…
E dove sono i 10 mila euro promessi da Tonino Di Pietro (non servono a nulla per la Samb, ma magari potrebbero essere dati in beneficienza…)?
Caro Dante, un bagno di umiltà: chi si candida al Senato deve avere la trasparenza dentro il cuore, non solo sui “santini�? elettorali. Che adesso, chissà, rivedremo per le amministrative del 28 maggio a San Benedetto? O «l’eterno candidato» preferirà volare basso?