SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Lo spettacolo con la traduzione di Cesare Garboli e la regia di Arturo Cirillo, anche tra gli attori, è un testo che tratta la conflittualità tra ragione e sentimento.
La traduzione di Garboli usa un italiano attuale che ricollega gli avvenimenti ad un presente problematico in cui tutta la nostra realtà è ridotta ad un salotto televisivo molto formale ma vuoto. Un finale dove trionfa l’ordine perbenista, e come dichiara Cirillo «…Le Intellettuali mi appare come la più dissennata apologia del potere, in cui destra o sinistra, aristocratici o popolari, rozzi o snob, ricchi o poveri, tutti siamo ugualmente in fila per il nostro meschino posto al sole».
In questo testo non si salva nessuno, né le “intellettuali�? femministe né gli “intellettuali�?, non si salva il misantropo, che si rivela un borghesoccio, né il padre di famiglia e in questo panorama mostruoso non c’è posto per la speranza. Una dialettica tra intellettuali e potere che rispecchia un quotidiano involgarito, in cui vige l’arte di approfittarsi e di arrangiarsi. Molière è riuscito a mostrare le contraddizioni, le prevaricazioni, le violenze, le sconfitte.
Copyright © 2022 Riviera Oggi, riproduzione riservata.
Lascia un commento