MONTEPRANDONE – Abbiamo intervistato don Francesco Ciabattoni, Parroco della Parrocchia S. Niccolò di Bari a Monteprandone. Un incontro che ha spaziato a 360°; dalla spiritualità ai problemi di tutti i giorni.
Ci parli di lei: da quanto tempo è sacerdote?
Da quasi 15 anni sono un sacerdote diocesano. Ordinato dal Vescovo Mons. Giuseppe Chiaretti il 7 dicembre 1991 ho servito per un anno questa parrocchia, poi dal 1992 al 2000 nella Parrocchia San Filippo Neri di San Benedetto del Tronto ed infine dal marzo del 2000 sono qui a Monteprandone.
Quali sono le maggiori difficoltà nel gestire una parrocchia?
La parrocchia San Niccolò di Bari di Monteprandone è una bella realtà umana. Ci si conosce ancora tutti. Sta cambiando la realtà socio-culturale anche nella nostra Parrocchia. Il territorio è molto esteso, quasi 5 km e le varie zone hanno pochi punti in comune. La parrocchia collegiata, tra le chiese più belle della diocesi, è penalizzata dalla sua posizione. Mancano i parcheggi, è fuori mano. Inoltre nella Parrocchia vi è il Santuario di San Giacomo della Marca che è una risorsa spirituale ma anche un elemento di distrazione. Inoltre l’espansione di Centobuchi e l’indifferenza dell’Amministrazione Comunale rende la Parrocchia sempre più emarginata nella vita del paese. E questo, soprattutto per i monteprandonesi doc è un motivo di frustrazione.
È a conoscenza di situazioni di forte povertà anche nella sua parrocchia?
Purtroppo chi vede la realtà da fuori non si rende conto di come il paese e la comunità cristiana sia stata emarginata in tutti questi anni; via la scuola, via parte del Comune, via i Carabinieri, via le attività commerciali e le aziende, via le persone, via i parcheggi… I principi che più ricorrono sono quelli dell’economia (Centobuchi è ricca e voi no), della quantità (a Centobuchi vi sono più persone), della comodità (Centobuchi è sulla grande viabilità e voi no), della storia (Centobuchi è moderna e voi antichi). Questi ed altri modi di pensiero hanno portato ad una emarginazione sociale ed ad una frustrazione di fondo. Penso che tutto questo sia sbagliato perchè i principi di una comunità sociale, politica e religiosa devono essere quelli della sussidiarietà. Chi ha di meno o produce di meno deve avere di più, e questo non avviene. Né con l’Amministrazione e nè con la comunità religiosa. Abbiamo squilibri economici evidenti. Dove c’è una storia ed un’anima c’è una memoria che va raccolta, custodita e fatta propria da tutti e anche questo è mancato.
Come considera la partecipazione alle sacre funzioni? È numerosa?
Il numero dei parrocchiani arriva appena a 2 mila, ma in realtà, spero e penso per comodità, oltre il 60/70 per cento fa riferimento al Santuario di S. Giacomo. Insomma in Chiesa vengono appena 100/150 persone durante la domenica e siamo ad una percentuale al di sotto della media di partecipazione locale.
Quali sono le iniziative per i giovani della sua parrocchia?
Per i giovani segnalo il campo scuola per i ragazzi e giovani e i recital di Natale e Pasqua.
Quella del recital è una stupenda attività che compiono i nostri giovani. Serve soprattutto per stare insieme. Per i bambini e i ragazzi naturalmente si fanno le attività di ogni parrocchia, il catechismo, le gite, l’azione cattolica ragazzi. Abbiamo partecipato da poco alla marcia della pace a San Benedetto del Tronto.
Purtroppo la Parrocchia al contrario di altre non ha spazi particolari di ritrovo. Manca un salone, un campetto… Eppure la voglia di stare insieme supera anche queste difficoltà.
Quali sono gli appuntamenti settimanali della parrocchia? Ci sono anche altri appuntamenti?
Per gli uomini giovani adulti vi è la Confraternita del Santissimo Sacramento, nata nel 1582 ma che abbiamo riattivato nel 2005. Sono 30/40 uomini adulti che si incontrano per riflettere, pregare e fare opere di bene.
Per le donne è nato a gennaio il circolo delle donne ‘La speranza’, Si incontrano ogni mercoledì ed è una risposta alla solitudine e alla socialità.
La processione del Cristo Morto: dal 2000 ad oggi ha visto consolidare il numero delle presenze a circa 2000 partecipanti, si è purificato degli elementi di disturbo ed ha accolto grandi personalità civili ed ecclesiali tra le quali voglio ricordare il cardinal Medina (colui che ha dato l’annuncio dell’elezione del nuovo Papa), e vari riconoscimenti tra i quali il patrocinio regionale.
La festa di San Cirino martire: dal 2002 abbiamo iniziato a festeggiare questo Santo Martire che fino a pochi anni fa era compatrono di Monteprandone e poi lasciato nel dimenticatoio. Il suo corpo è presente nella nostra Chiesa nel primo altare laterale di destra. La terza domenica di giugno si fa una grande festa parrocchiale che rappresenta un po’ la conclusione dell’anno pastorale.
Come prete lei è anche un punto di riferimento dei problemi della vita quotidiana. Cosa vorrebbe chiedere all’amministrazione comunale per migliorare la zona della parrocchia?
Per quanto riguarda la valorizzazione del paese, nonostante l’indifferenza dell’Amministrazione Comunale e il mancato aiuto, stiamo completando ugualmente il grande progetto culturale.
Mi riferisco alla revoca della gestione del centro comunale che era il nostro oratorio. Insomma non avendo spazi per i nostri ragazzi e giovani, anche a seguito dei lavori di restauro, avevamo ottenuto dalla passata Amministrazione il Palazzo Parissi. Uno dei primi atti della nuova Amministrazione è stato quello di revocare la convenzione e quindi togliere lo spazio ai ragazzi ed interrompere un progetto sociale ed educativo.
Ma l’altro atto, spero che sia una revoca momentanea, è quello di aver revocato di fatto una convenzione stipulata per 40 anni tra la passata Amministrazione e il mio predecessore per la gestione manutenzione ordinaria e straordinaria del teatrino Sala San Leonardo.
E questi sono solo alcuni segnali di come si assiste ad una lenta ma inesorabile emarginazione della nostra comunità. Vorrei dire molto di più e su altre cose anche più gravi ma mi astengo.
Abbiamo restaurato la chiesa collegiata San Niccolò. Manca il campanile…speriamo di sistemarlo nei prossimi anni. L’oratorio di San Giuseppe, una delle Chiese più antiche del paese. Ora è un luogo di incontri.
La chiesa di San Leonardo, che è il nucleo storico più antico di Monteprandone, abbiamo terminato solo la parte strutturale. Per mancanza di fondi ci siamo dovuti fermare. Anche se già viene utilizzata. Mancano le rifiniture e l’arredamento. Nel periodo natalizio al suo interno è stata allestita una bella mostra mercato di presepi visitata da oltre tremila persone.
Abbiamo ristrutturato le sale dell’antica chiesa quattrocentesca e che accoglieranno il Museo Parrocchiale di Arte Sacra con il relativo archivio storico. In questi anni abbiamo provveduto a restaurare decine di quadri, statue, reliquiari di grande valore storico ed artistico sperando che entro un anno possiamo esporli al pubblico.
Lei è anche uno sportivo, per la precisione un sub. Come concilia l’attività sportiva con il sacerdozio?E’ un dovere praticare lo sport non solo per restare in forma ma soprattutto perchè aiuta la mente alla massima concentrazione. Ho praticato tanti anni attività acquatica a vari livelli, da nuotatore, apneista, sommozzatore. Sono di Grottammare e la mia casa si trova a 50 metri dal mare e questo spiega che fin dalla nascita ho passato il mio tempo libero, la mia estate esclusivamente al mare.
Da circa una decina di anni ho deciso di mettere la mia esperienza a disposizione degli altri. Sono un master istructor, cioè uno tra i livelli più alti della scuola. Insegno perchè molti scoprano un mondo sconosciuto e meraviglioso quale quello subacqueo, per lodare Dio di tutte le creature, non solo quelle terrestri. Pensa che il mondo marino è quasi l’ 80% di quello terreste. E noi non lo conosciamo.
Per questo ho scelto di dedicare una sera a settimana a questo sport come insegnante.
Più difficile è seguire l’allenamento. Ma oramai a quasi 40 anni non posso pensare di seguire l’apnea agonistica, per cui mi accontento di mantenere il mio livello. Scelgo di saltare i pasti e il riposo pomeridiano così mi posso allenare. D’estate quasi tutti i giorni con mare calmo o mosso; d’inverno un po’ meno in quanto devo usare la piscina. Una rivelazione: nelle mie apnee in fondo al mare di 4/5 minuti senza respirare la concentrazione passa dalla preparazione alla discesa nel fondo, alla preghiera dell’Ave Maria che mi accompagna e mi sorregge.