SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una giornata così la San Benedetto sportiva non l’aveva mai vissuta. Un uomo capace di mentire anche a se stesso ha acceso la miccia che ha trasformato la zona intorno al Municipio di San Benedetto e la stessa aula consiliare in una polveriera.
Soldini non doveva venire a San Benedetto per motivi di ordine pubblico. Sorvoliamo sul perché gli sia stato concesso di recarsi in città. Ma Soldini, dopo quest’ultima farsa, non ha neanche più nulla da dire. La capacità di andare in contraddittorio con venti e più calciatori, affermando l’inaffermabile di fronte alle continue smentite (assegni senza fondi dati per pagati, un calciatore come Macaluso quasi in lacrime di fronte a tanta arroganza), sono il segnale che quest’uomo non ha capito cosa è San Benedetto, la Sambenedettese e il calcio.
Ma se tre mesi fa non era protestato e adesso è definitivamente segnato, se ha fregato anche uno come Di Pietro, ovvero il massimo esponente (almeno a parole) dell’onestà in politica, facendosi candidare al numero 3 dell’Italia dei Valori nelle Marche (complimenti a Di Pietro per come è svicolato via alle nostre domande, dicendo addirittura che Soldini «si è presentato da solo», quando siamo riusciti a chiedergli come e chi glielo aveva fatto conoscere… E allora le porte del Parlamento siano aperte a tutti!), allora dietro la figura del romano d’assalto, accompagnato dal fido Franco Fanali, ci dev’essere davvero qualcosa di strano, e forse, in certi ambienti, innominabile.
Fregati anche Paterna e Mastellarini e D’Ippolito forse, nel gioco delle quattro carte che alla fine vede Soldini beatamente protestato e insolvente, e il presidente del Pescara tremare all’ipotesi dell’apertura di una procedura fallimentare che rischia di vederlo coinvolto. E nel giochino delle quattro carte andrà definitivamente chiarita la composizione delle quote.
BREVE SUNTO DELLE PAROLE DI SOLDINI Abbiamo riportato tutto quanto detto dal presunto iscritto nell’Italia dei Valori di Ostia (ma il segretario del partito per la Provincia di Roma non lo conosceva prima della sua candidatura…) attraverso le registrazioni audio. Sintetizziamo in poche righe: inizialmente vi era un accordo per il pagamento di 320 mila euro a Paterna per avere la Samb, cifra poi scesa a 220 mila. Soldini si era impegnato a versare 26.500 euro mensili a Paterna, e dopo due mesi avrebbe cessato questo versamento a causa dell’insorgenza di alcuni debiti che non sarebbero stati iscritti a bilancio. L’assegno di 185.500 euro portato all’incasso da Paterna, invece, rappresenta un giallo tragicomico: Soldini avrebbe chiesto di portarlo all’incasso nel mese di aprile, non avendo fondi a sufficienza.
Poi Soldini ha snocciolato cifre e banche sulle quali erano stati depositati gli assegni da lui firmati nel mese corrente, a favore dei calciatori (i quali molto probabilmente intenteranno una causa contro Soldini per la diffusione di informazioni private senza autorizzazione). Ma nessuno di questi assegni sarebbe stato incassato, a causa della mancanza di fondi, come poi ripetutamente affermato dai calciatori nonostante la faccia da sfinge di Soldini che, con la massima serietà, giaculava «ma io vi ho pagato, vi ho pagato».