Laureata in Scienze Politiche, giornalista professionista, Marisa Bafile lavora dal 1982 al quotidiano La Voce d’Italia, fondato nel 1950 dal padre Gaetano Bafile, giornalista abruzzese, emigrato nel dopoguerra dall’Aquila a Caracas per puro spirito di avventura. La Voce d’Italia – che lei oggi dirige assieme al fratello Mauro – è l’unico giornale in lingua italiana nato e pubblicato in America Latina. Ha sposato l’ingegnere elettronico Antonio Romani, sambenedettese doc. Hanno una figlia, Flavia, di 18 anni. Nonostante le sue origini abruzzesi, è anche lei iscritta con il marito e la figlia all’Aire (l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero) del Comune di San Benedetto del Tronto.
Marisa Bafile da anni si occupa dei problemi della foltissima comunità italiana residente in Venezuela. I suoi editoriali, articoli e interviste mettono in evidenza la serenità e la forza con cui costantemente lei prende a cuore le battaglie in difesa dei diritti degli italiani all’estero.
È stata per due anni presidente del Patronato Inca in Venezuela, e durante questo periodo ha partecipato a numerosi incontri continentali sui diritti degli italiani all’estero ed in particolare dei più deboli. Si è dimessa dall’incarico nell’accettare la candidatura alle elezioni politiche italiane del9 e 10 aprile.
Per la sua esperienza nel mondo dell’emigrazione ha partecipato a numerosi Congressi mondiali degli italiani all’estero. Da molto tempo si occupa della problematica delle donne emigranti ed è presidente dello spazio “Sportello Donna�? creato dalla Camera di Commercio Italo-Venezuelana.
«Come parlamentare degli italiani dell’America Latina» – ha detto Marisa in avvio di campagna elettorale – «sarà mio impegno innanzi tutto lottare per il riscatto della “valigia di cartone�?, valigia dalla quale oggi è scaturita una generazione di persone che appartengono a due mondi, che hanno un’ottima preparazione accademica e che possono essere per l’Italia un valore aggiunto di grande valore».
Marisa Bafile intende insomma rappresentare “l’altra faccia della medaglia�? che l’Italia conosce assai poco, soprattutto quando si parla di Sudamerica, nome che evoca immediatamente problemi politici ed economici. Mentre invece è nella grande ricchezza delle intelligenze scaturite dai nostri pionieri che l’Italia può attingere per crescere come paese sprovincializzato e di ampie frontiere, per sviluppare al meglio la creatività, l’arte e la ricerca scientifica.
«L’emigrazione italiana all’estero oggi può e deve esigere ormai un rapporto paritario con la madrepatria», sostiene la Bafile. «Bisogna rivalutare la marcia in più che deriva dal fatto di essere figli e nipoti di persone che hanno sfidato l’ignoto per migliorare».
Dalla nostalgia ai diritti, dunque. Dall’umiliazione dell’emigrante all’orgoglio di chi sa che grazie a quella radice di emigrante ha imparato che la realizzazione dei sogni richiede lavoro, serietà, costanza. «Sì, e in tal senso desidero sottolineare la mia orgogliosa appartenenza al mondo degli emigranti», è la conclusione della “nostra�? candidata d’oltreoceano.