SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Indimenticato bomber. Così, tante volte, è stato ricordato Francesco Chimenti, 61 anni il prossimo 5 giugno: il suo arrivo a San Benedetto avvolto in una sorta di leggenda, arrivato quasi controvoglia da Bari, dove svolgeva il lavoro di metalmeccanico, divenne poi più sambenedettese dei sambenedettesi. Lo stadio Ballarin il suo tempio, mister Bergamasco il suo mentore, il gol la sua vocazione. Uomini bandiera? Sì, c’è Chimenti per la Samb: ha rifiutato anche offerte di formazioni di Serie A perché a San Benedetto si trovava bene, un po’ come Riva con il Cagliari, a scala ridotta.
Un altro calcio, altre sensazioni: meno marketing e più cuore, meno play-station e più partite a scopone.
E ci fu anche un Chimenti II, che non è suo figlio Antonio, portiere da anni in Serie A, ma l’esperienza di Francesco Chimenti sulla panchina della Samb, subito dopo l’amaro fallimento dell’era Venturato. Scelto come simbolo della rinascita dal trio Torquati-Iacoponi-Scartozzi, Chimenti vinse il campionato di Eccellenza, ma poi non fu confermato.
Adesso viene incaricato, nell’ennesima rivoluzione targata Alberto Soldini (ne parliamo a parte), di evitare la retrocessione della Samb in serie C2. Tutto in un baleno: è stato chiamato poco dopo pranzo e subito si è precipitato, assieme a Luigi Voltattorni, anche lui ex rossoblu e allenatore delle giovanili della Samb, presso il Mancini Park Hotel di Roma, dove la squadra è in ritiro.
«È come se mi fosse caduto un macigno sulla testa – afferma Chimenti, appena arrivato a Roma – La cosa mi ha fatto molto piacere, anche se so che si tratterà di un lavoro molto duro e difficile».
Chimenti, classe 1945, afferma che «non ho paura di questo impegno». La bandiera rossoblu, che ha il patentito per allenare fino alla Serie C1 (può allenare anche in Serie B in caso di promozione diretta), racconta anche un piccolo aneddoto: Ciro Ferrara, ex compagno di squadra di Antonio Chimenti, ha telefonato ad Antonio dopo aver appreso della notizia della nomina di Francesco Chimenti vedendo Sky.
Per il momento Chimenti, che ha visto tutte le partite casalinghe di campionato della Samb tranne quella con il Monza, non si sbilancia sulle misure da prendere per risolvere i problemi della Samb. «Sono arrivato adesso, datemi il tempo di vedere come stanno le cose». D’accordo, bomber.
I NUMERI DI CHIMENTI GIOCATORE E ALLENATORE. Bari, Fasano, Bitonto (due stagioni), Trani (tre campionati e mezzo), poi, nel novembre del ’72, il trasferimento alla Samb. Da difensore a bomber: Chimenti si rivelerà uno dei migliori acquisti del sodalizio rivierasco. Perché? 264 presenze (198 in B, 66 in C) in campionato, 28 gare di Coppa Italia: 97 i gol segnati (89 in campionato). 100 se gli fosse stata riconosciuta la tripletta messa a segno nella stagione ’73-’74 in quel di Sassari. La gara, conclusasi sul risultato di 3-2 a favore degli ospiti, venne infatti annullata per l’invasione di campo dei tifosi sardi. Al club marchigiano venne assegnato il 2-0 a tavolino.
Otto in totale le stagioni con indosso la maglia rossoblu: due di C, le restanti nella cadetteria. Era la Samb del ‘mago’ Marino Bergamasco, della ‘reginetta dell’Adriatico’ e dello stadio Fratelli Ballarin, vera e propria ‘fossa dei leoni’.
Chimenti concluse la carriera di calciatore con le maglie di Osimana (C2 edizione ’80-‘81) e Santegidiese (Dilettanti ’81-’82), per poi trasferirsi in riviera. Il matrimonio con la Samb, stavolta però da allenatore, venne sancito nella stagione ’94-’95, quando il trio Torquati-Iacoponi-Scartozzi lo chiamò per riportare nei Dilettanti la compagine rossoblu. L’ex Bomber ci riuscì, anche grazie a quel Luigi Voltattorni, allora centrocampista, che adesso ritroverà nel ruolo di vice: un percorso lungo trenta partite – da Lucrezia a Castelferretti – costernato da 14 vittorie, altrettanti pareggi e appena 2 sconfitte. 35 i gol all’attivo, 15 quelli subìti. In estate però, per motivi di natura economica (leggi pagamenti ritardati), ruppe col sodalizio di Viale dello Sport che lo sostituì con Claudio Forti.
Ora, a distanza di quasi undici anni – contro la Vadese l’ultima partita casalinga di quella stagione (era il 7 maggio 1995) – tornerà a soffrire dalla panchina del Riviera delle Palme.