Autore prima che diplomatico, storico prima che politico, appassionato ricercatore prima che scrupoloso burocrate. Si potrebbero sintetizzare in queste tre qualità le caratteristiche di un italiano che all’America ha dedicato tempo e pazienza per fermare sulle pagine dei suoi libri personaggi e fatti che ne hanno caratterizzato la storia. E che sicuramente nel nuovo, delicatissimo incarico, non mancherà di proseguire nel suo personalissimo studio di personalità meritevoli di finire sotto la lente di ingrandimento della saggistica.
Quello che attende Domenico Vecchioni, sessantenne neoambasciatore italiano a Cuba è però soprattutto un incarico di grande prestigio e di altrettanta delicatezza. Il Paese tuttora guidato da Fidel Castro è infatti una vero e proprio banco di prova per chiunque voglia tentare di coniugare il pragmatistmo occidentale con l’idealismo castrista.
Nato ad Atri nel 1945, Vecchioni ha al proprio attivo moltissimi incarichi di prestigio. Dopo essersi laureato in scienze politiche, ha iniziato la carriera diplomatica nel 1973, alla direzione generale per l’emigrazione e gli affari sociali. Nominato vice console a Le Havre, attraversò per la prima volta l’Oceano Atlantico per assumere l’incarico di primo segretario a Buenos Aires. Rientrato a Roma nel 1979 ha prestato servizio alla direzione generale per la cooperazione culturale, scientifica e tecnica, assumendo poi – dal 1984 al 1988, l’incarico di consigliere alla rappresentanza permanente d’Italia presso la Nato. Dopo una nuova pausa presso la Farnesina, Vecchioni ha di nuovo trasferito la propria residenza in Francia, presso il Consiglio d¹Europa a Strasburgo (col grado di Primo consigliere) e nel 1995 è stato nominato Console generale d¹Italia a Madrici. Nel 1999 gli è stato affidato il consolato italiano a Nizza col grado di ministro plenipotenziario, incarico concluso nel 2003. Negli ultimi due anni Domenico Vecchioni ha lavorato all’ispettorato generale del Ministero per gli Uffici all’estero.
Quella del diplomatico abruzzese è però una vita che scorre su un doppio binario. Appassionato storico e figlio di un apprezzato studioso di Gabriele D’Annunzio, sposato con la francese Nicole e padre di tre figlie (nonché oggi anche nonno), Vecchioni finora ha dato alla stampe ben dieci opere di saggistica, guadagnandosi la stima della critica e del pubblico con indagini a tutto campo nei meandri di varie biografie.
A Cuba, dopo le formalità di rito (gradimento del governo dell’Avana e la nomina ufficiale della Farnesina) Vecchioni è stato accolto con una solenne cerimonia dal comandante della Rivoluzione Juan Almeida Bosque, vicepresidente del Consiglio di Stato, accompagnato dal vice ministro degli Esteri Eumelio Caballero Rodríguez. Certamente da subito sarà stato attento a tutto ciò potrebbe diventare oggetto del suo prossimo lavoro di ricerca.
Un occhio davvero originale, quello di Domenico Vecchioni. Il suo volume sulle Malvinas-Falkland, scritto all’epoca del suo incarico a Buenos Aires, è da anni un punto di riferimento degli studi storici sull’Argentina, così come il libro Evita Peron, la madonna dei descamisados ha ottenuto entusiasmanti consensi di critica e di pubblico per l’ottima ricostruzione biografica.
La fortunata rievocazione della first lady argentina, pubblicata in ultima edizione nel 1995 con prefazione dell’ambasciatore Sergio Romano, non deve però far dimenticare altri pregevoli lavori di ricerca storica. Il volume dedicato a Raoul Wallenberg fece da vero apristrada al recupero di uomini di pace che in tempo di guerra cercarono di opporre una strenua difesa alla follia nazista. Se Perlasca e Schindler hanno infatti ricevuto la giusta riconoscenza per il loro operato, molto si deve al lavoro di Vecchioni se anche l’attività del diplomatico svedese Wallenberg ­ scomparso nei caotici giorni dell’occupazione sovietica d’Ungheria – è stata conosciuta dal grande pubblico. E altrettanto importante è la biografia che ricostruisce la vita di Victor Kravchenko, lo sfortunato diplomatico russo che tentò di evitare la Guerra Fredda.
Saranno però Spie e spy stories della 2ª guerra mondiale e Cynthia, la spia che cambio il corso della 2ª guerra mondiale i veri pilastri della produzione saggistica del nuovo ambasciatore italiano a Cuba.
Spie e Spystories rappresenta forse il più brillante dei libri usciti dalla fervida penna del diplomatico italiano. E la critica ne ha riconosciuto il valore, premiandolo con il primo posto assoluto nel Premio Lunigiana “Testimonianze storiche�?. Proponendocome un’agilissima cavalcata nei meandri della guerra segreta, combattuta nell’ombra durante l’ultimo conflitto mondiale da uomini dotati di doppia e tripla morale, Vecchioni accompagna il lettore in una dimensione parallela, nel quale non esiste il bene o il male ma soltanto l’avversario da superare, talvolta con operazioni ad alta suspence, talvolta con semplici imbrogli giocati sul filo della furberia.
In Cynthia (per cui Francesco Cossiga ha scritto l’introduzione) la storia scorre invece come un affascinante copione di film. Vecchioni ricostruisce la vita della bella e ammaliante spia americana che visse la sua carriera attraverso ambasciate, consolati e missioni diplomatiche. Betty Thorpe (in codice appunto Cynthia), nata nel Minnesota da un alto ufficiale dei Marines e dalla figlia del senatore Harry Wells, amò fare la spia e amò sedurre gli uomini, abbandonò due figli, sposò due diplomatici, fece innamorare due diplomatici italiani a Washington facendosi consegnare il cifrario per svelare i piani della battaglia navale di Capo Matapan contro la flotta inglese, dove persero la vita 2.300 marinai italiani. Questa “spia dagli occhi verdi�? morì nel 1963 all’etá di 53 anni, portando con sé i segreti di quella missione di alto spionaggio. Soltanto l’attento lavoro di scavo bibliografico di Vecchioni è riuscito a restituire la giusta connotazione a una donna che “legò�? così tragicamente l’Italia alla disfatta della Seconda Guerra mondiale.
E mentre siamo certi che l’ambasciatore d’Italia a Cuba lavorerà con attento acume per mantenere i sottili equilibri che uniscono L’Avana al resto del mondo, possiamo essere altrettanto sicuri che egli lavorerà con altrettanta cura anche ad una prossima ricerca biografica che farà riaffiorare altre vite di personaggi che troppo presto la cronaca consegna all’oblio.