SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Come mai la Procura di Perugia, che si sta occupando del caso Gaucci, ha disposto anche il sequestro di quote societarie appartenenti ad un acquirente – Alberto Soldini – che appare totalmente estraneo e in buona fede? Se fosse così, non avrebbe forse Soldini tutto il diritto di ottenere l’immediata revoca di tale provvedimento?
«Certamente, se non si riscontrasse alcuna “continuità aziendale” fra Gaucci e Soldini e si dimostrasse che il duplice trapasso societario della Sambenedettese Calcio Srl – prima fra Gaucci e la Società Bathford Ltd. (Mastellarini, Paterna e Ippolito) e poi fra questa e Soldini – è stato effettivo, corretto e completo, l’attuale proprietario della Samb nulla avrebbe da temere, anzi avrebbe pieno titolo per impugnare e far subito dichiarare inefficace tale sequestro».
A dirci questo è l’avvocato Mattia Grassani del Foro di Bologna, esperto in diritto societario sportivo, e buon conoscitore delle vicende passate e recenti della Samb, anche per essersi occupato, fino allo scorso gennaio della questione relativa all’iscrizione al campionato 2004-2005, quando l’allora gestione Gaucci non trascrisse l’importo esatto della perdita di esercizio. Questione che, anche grazie alla consulenza di Grassani, si è poi risolta posivimente.
«C’è da dire però – aggiunge l’avvocato – se un PM ordina un provvedimento cautelativo così serio, in genere ciò vuol dire che egli ritiene di avere ragioni tali da considerare l’esistenza di un “unicum”, di una qualche continuità, cioè di legami, non importa se evidenti o sotterranei, fra l’inquisito Gaucci ed un suo acquirente, che lo stesso magistrato potrebbe considerare “fittizio”, dato che il Gaucci fra l’altro risulta essere accusato di bancarotta fraudolenta».
«È ovvio che, nel caso, ciò dovrà essere pienamente dimostrato. Però qualche preoccupazione per i cittadini e i tifosi sambenedettesi, ai quali rivolgo tutti i miei auguri – conclude Grassani – purtroppo rimane».