SAN MARINO – Quattrocento tifosi rossoblu allo stadio Olimpico di San Marino. Alla faccia del penultimo posto in classifica. Rischiamo di risultare noiosi, ma l’attaccamento dei sambenedettesi alla causa rossoblu ha pochi eguali. Anche ieri sera Onda d’Urto e soci hanno dato spettacolo. Molto più di quanto si è potuto vedere in campo.
“Sembrava di giocare in casa�?, hanno ripetuto in coro i giocatori della Samb, e non solo per il numero, piuttosto risicato, dei tifosi titani – ammirevole comunque la cinquantina di ultra del Nucleo 2000 che hanno tentato di riscaldare il compassato pubblico biancoceleste. Quelle bandiere al vento, quei cori scanditi per gli interi novanta minuti, quella folle fede in un risultato che anche stavolta non è arrivato. “Fantastici�?, ha chiosato Davide Ballardini, seduto in tribuna, accanto a Francesco La Rosa e Roberto Beni, nelle vesti di ex di lusso. Dulcis in fundo gli applausi dei tifosi di casa, che hanno signorilmente sottolineato la performance dei sostenitori nostrani, assolutamente indegni di vestire i panni del vice-fanalino di coda della divisione A.
Dal viaggio ai piedi del Monte Titano riportiamo, tra le cose più belle, l’ennesima prova di attaccamento sfornata dalla tifoseria rivierasca: un continuo brulicare di colori, bandierine, qualche bandierone, stendardi e tanto altro folklore per i 400 saliti a San Marino e accompagnati da un buon numero di riminesi, con al seguito gli striscioni di Falange e Gruppo Comodo. Battimani a tutto settore, vessilli agitati con grande continuità, canti spezzati e poi prolungati. Persino una torciata, proposta a inizio gara – di contro i tifosi sanmarinesi hanno optato per uno spettacolo pirotecnico (le classiche ‘fontane’) che alla fine è risultato la nota più positiva della loro serata – dal gruppo 1977, leggermente defilato sulla destra, con tanto di messaggio a fare da contorno: “Nel buio…noi la luce�?. Niente di più vero, perché questa Samb non è stata capace di regalare loro una gioia che manca ormai da tredici giornate.
E alla fine – le prime avvisaglie si erano registrate a inizio ripresa, quando l’entrata in campo dei rossoblu era stata accolta con qualche fischio ed un timido coro col quale li si invitava a tirare fuori gli attributi – è esplosa, ormai non fa più notizia, la rabbia della gente di fede rossoblu, preoccupata per la difficile situazione di classifica della banda Giannini: invettive e qualche oggetto tirato addosso alla squadra che stava rientrando negli spogliatoi.
Poco prima c’era invece stata la scarpata di rito sulle immancabili note di Nuttate de lune. Tanto di cappello popolo rossoblu.