SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tre sordomuti di nazionalità russa sono stati arrestati e due imprenditori cinesi denunciati sabato 28 gennaio dagli uomini della polizia di San Benedetto coordinati dal commissario Marco Fischetto, per lesioni personali ed estorsione (ma si stanno raccogliendo elementi anche per far scattare il capo di imputazione di “sequestro di persona�?), nei confronti di almeno 10 russi pure sordomuti, che venivano reclutati in patria con la prospettiva di un normale lavoro in Italia. Una volta arrivati i tre sequestravano loro il passaporto e la documentazione attestante la loro invalidità, li malmenavano e li costringevano a vendere gadget in ristoranti e treni nel tratto da Pescara a Civitanova Marche.
Verranno denunciati all’autorità giudiziaria anche i proprietari dei due appartamenti, uno a Porto d’Ascoli l’altro a San Benedetto, in cui risiedevano sfruttatori e sfruttati. Ai proprietari si contesta il fatto di aver affittato i loro appartamenti ad immigrati clandestini, non segnalati alle forze dell’ordine. Ma la polizia non esclude di trovare altri appartamenti e un maggior numero di persone coinvolte.
I tre russi erano già stati arrestati nel 2000 a Rimini per attività simili. Due di loro sono già stati espulsi e rimpatriati dall’aeroporto di Ciampino. Il capo, Grigory L., soprannominato “Grisha�?, è invece ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria per ulteriori interrogatori. Il procedimento è seguito dal sostituto Umberto Monti.
L’indagine della polizia è partita nel periodo della festività natalizie, quando uno degli sfruttati, un ragazzo di 27 anni, si è presentato al commissariato per denunciare le percosse, per le quali aveva avuto una prognosi di 20 giorni. L’operazione è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione di interpreti del linguaggio dei sordomuti e di russo. Oltre agli arresti è stato operato anche il sequestro di 8 mila euro in contanti e della documentazione relativa ai pagamenti dei russi ai cinesi per ottenere la merce e dei cinesi ai connazionali per l’importazione in Italia. Ogni sordomuto ricavava circa 100 euro al giorno dalla vendita di accendini, portachiavi e vari altri oggetti, e dovevano versare l’80% degli importi agli sfruttatori.