GROTTAMMARE – Quale consigliere comunale, e protagonista di una vicenda ormai ampiamente conosciuta dalla opinione pubblica, che mi coinvolse proprio per essere stato malmenato dal sig. Evio Mazzagufo, marito della vicesindaco, sento l’obbligo di rispondere alla intervista rilasciata dal Sindaco Luigi Merli avente ad oggetto il futuro di Grottammare e titolata “Grottammare Pace e Lampadine�?.
Non a caso il preambolo attiene alla pace, quando invece il nostro sindaco ancora una volta non solo non la ha cercata, ma mistificando la realtà commette l’ulteriore violenza di negare la verità.
Invero Luigi Merli nel dichiarare di aver ascoltato entrambi le parti, non dice il vero, o meglio dice �?Bugie�?. Io non sono mai stato interpellato a tutt’oggi, dal sindaco, già ebbi a rammaricarmi per tale ragione, tanto più in quanto consigliere il sindaco aveva il dovere morale di sentirmi.
Già allora esortavo il Sindaco di fronte ai cittadini di Grottammare, affinché egli, abbandonasse, convenienze ideologiche e si scrollasse di dosso la figura di chi come Pilato, lavandosi le mani non volle ergersi a Giudice. Ma “Vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa, e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre�?.
Evidentemente la esortazione sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione non è stata recepita. La considerazione non può essere più deludente: siamo amministrati da un sindaco che non dice la verità.
Roberto Marconi Consigliere Comunale UDC Grottammare
Per completezza dell’informazione, riportiamo anche le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Merli nell’intervista in oggetto.
Si riferisce al caso “Fish�?: c’è stato un esposto alla Procura di Fermo…
Ma noi siamo tranquilli e sereni, sperando nel corretto lavoro dei giudici.
Forse tutto poteva essere fermato prima, dando la solidarietà al consigliere Marconi in occasione dell’incidente con Mazzagufo…
E chi lo ha detto che è andata così? Io ho avuto due versioni contrapposte della vicenda e non mi ergo a giudice di nessuno.