SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’area ex Cardarelli lungo la statale 16 a San Benedetto è forse la più interessante tra le “D2â€? o “artigianaliâ€?. A differenza di altre, infatti, come la ex fabbrica di lampadine poco distante (tra la stessa statale e via Manzoni) o quella in via Toti, quest’ultima con costruzioni già ultimate, la ex Cardarelli è di tale ampiezza che non sarebbe tecnicamente impossibile modificarne la destinazione a “civile abitazioneâ€?, a patto che una parte della superficie venga destinata per coprire gli standard di verde e servizi prescritti dalla legge (27 metri quadrati per abitante). Magari stipulando un accordo di programma che preveda la realizzazione di un parco pubblico, a carico del costruttore.
È un’ipotesi. I fatti, per il momento, sono questi: la Gedaf Srl di Ascoli (amministratore unico Felice Paolini) è entrata in possesso dell’area con decreto del 13 marzo 2002 del giudice Carlo Calvaresi del tribunale di Ascoli, per un importo di poco inferiore a un milione e 343 mila euro, nell’ambito del fallimento della Cardarelli Srl. La domanda per costruire un immobile commerciale è dell’8 maggio 2002, la concessione edilizia è la n. 158 del 25 giugno 2003.
Il progetto prevede un piano interrato, un pian terreno e due ulteriori piani, l’ultimo dei quali più piccolo di quelli sottostanti. Altezza, come prescritto per le D2: 11 metri. Complessivamente l’elaborato firmato dall’arch. Nicola Piattoni di San Benedetto (studio Modulor) prevede una superficie “commerciale� di 2.500 metri quadrati, più magazzini, uffici, servizi connessi, per un migliaio di metri (esclusi i garage e magazzini del piano interrato). Il contributo di costruzione è stato calcolato in poco più di 273 mila euro.
Demolizioni effettuate, lavori che sembravano essere partiti, e invece attualmente tutto è fermo, nonostante il 24 giugno prossimo come termine per la conclusione dei lavori, naturalmente prorogabile. Cosa accade? Piattoni spiega: “nulla, partiremo a breve�. Paolini è molto meno abbottonato: “al primo e al secondo piano realizzeremo degli appartamenti a tutti gli effetti, naturalmente con la destinazione urbanistica attuale, ovvero commerciale e artigianale. Poi il comune di San Benedetto deve sanare tutta una serie di situazioni in città…�.
Quasi una certezza da parte di Paolini. Tra le “situazioni� che egli stesso indica c’è quella di via Toti, dove però una variante urbanistica per “civile abitazione� imporrebbe alla prossima amministrazione comunale di reperire altrove gli standard di verde e servizi, togliendo l’edificabilità ad altri, con il rischio di ricorsi e complicazioni consimili. Senza considerare il grosso deficit già accumulato dal comune, che alcuni stimano in circa un milione di metri quadrati di verde e servizi mancanti. Una domanda sorge spontanea: qualcuno ha sbagliato i suoi calcoli?


Copyright © 2021 Riviera Oggi, riproduzione riservata.