SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Confessiamo che Il Foglio di Giuliano Cicciopotamo Ferrara non è nella hit-parade delle nostre letture quotidiane. Questo spiega il ritardo con cui solo ora leggiamo le “straordinariamente orrendeâ€? castronerie che tale Camillo Langone adopera per descrivere la nostra città , pur di incensare un ristorante locale, lo stesso che qualche tempo fa balzò agli onori della cronaca per aver appioppato ad alcuni malcapitati clienti un conto (in euro) a quattro cifre; e il cui titolare, lo scorso 15 dicembre, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma, è stato premiato (meritatamente o meno, non ci importa) con un riconoscimento turistico europeo.
«Maccheronica, guida palatale inservibile ma preziosa», è il titolo – fra il consapevole e il pretenzioso – con cui il Langone chiama la sua rubrica sul Foglio.
Ma chi è ‘sto Camillo Langone? È uno nato a Potenza, che vive a Parma e scrive di ristoranti e letteratura sul Foglio, sul Giornale, sulla Gazzetta del Mezzogiorno e su Panorama. Tre su quattro delle quali (casualmente?) fanno capo ad una precisa area: quella berlusconiana.
Inoltre Langone non ci risulta iscritto (almeno fino a qualche anno fa) né all’albo dei giornalisti professionisti, né a quello del pubblicisti. Questo spiega perché – nell’articolo che tutti i nostri lettori ora hanno avuto la sfortuna di leggere – egli ignora in modo così impudente e plateale due delle fondamentali regole dello scrivere corretto, onesto e rispondente alla verità :
1) Quando si descrive un luogo in modo così critico e denigratorio, prima bisogna esserci stati (possibilmente di giorno, e non nottetempo mangia e fuggi), averlo visto e visitato, aver parlato con suoi qualificati cittadini. Questo avrebbe risparmiato al Langone di parlare a vanvera sparando scorregge nello spazio (metafora cara a Bossi, amico dell’editore dei giornali sui quali va scrivendo) con esilaranti minchiate tipo: «San Benedetto Bassa»; «San Benedetto Alta, una chiesa e quattro case»; «vocazione turistica per qualche palma poco cresciuta e un’estate di famiglie che non hanno soldi per andare altrove»; «l’Adriatico non regge allo sforzo di pesca imposto dall’ittiomania [ma che razza di vocabolo è?] dello sterminato ceto medio italiano»; «qui a San Benedetto a forza di reti vuote i motopescherecci sono passati in soli dieci anni da 130 a 70 e le lampare, da 23 a 10».
2) Non si scrivono articoli – o meglio marchette – che trasudano prezzolata pubblicità da tutti i pori. Marchette che per di più si spacciano per autorevoli reportage nei quali (tranne i menu scopiazzati qua e là ) è sbagliato praticamente tutto. Compresa, nel titolo, la cosiddetta “località di partenza�: Ascoli Piceno. Città dove, com’è noto, c’è tanto pesce fresco.
Bella scuola di giornalismo, questo Foglio. Che ne pensa il pirotecnico direttore Giuliano Cicciopotamo Ferrara, responsabile – anche a termini di legge – delle infamità scritte su San benedetto del Tronto?
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Per fortuna non leggo il “foglio” di ferrara al massimo lo posso trovare nel mio gabinetto. Comunque credo che l’ espressione migliore per descrivere l’ operato del foglio sia quella espressa da Daniele Luttazzi, che andando in edicola per comprare il foglio, acquistava anche una rivista pornografica che lo coprisse
Presumo che questo Camillo Langone, quando ha scritto l’articolo, fosse ancora “armoniosamente accompagnato dai vini Cocci Grifoni: Passerina e Pecorino”…
Concordo perfettamente con lei, Buscemi. Aggiungo che evidentemente l’autore dell’articolo ha fatto il tragitto dall’autostrada al ristorante in questione passando per la SS16 e dando così un giudizio sulla nostra città scorgendo solo la statale adriatica. Mi consola il fatto che il Foglio sia un giornale (forse uso un termine troppo ‘elevato’ per questo pezzo di carta) invisibile. Consiglio di farne lo stesso uso che Totò suggerì ad un generale nazista in un suo celebre film.
C’è solo un punto di cui si può dire che offra uno spunto di riflessione (ma nulla più): l’accenno alla crisi del settore ittico. Per il resto, non mi stupirei di sapere che il giornalista in questione abbia contatti in zone “interne” della nostra provincia. Vedete, chi della redazione mi conosce può trovare strano che io scriva “nostra provincia”, non essendo io residente a san benedetto. E mentirei se dicessi che in 12 anni non mi è mai stato fatto pesare, il particolare di abitare 10 km più a sud, al di là di un fiume. Ma San Benedetto è… Leggi il resto »
si potrebbe iniziare a ripopolare il mare adriatico evitando di servire le sue nobili specie ittiche a palati prezzolati come quello del Langone. Lo “sterminato ceto medio italiano”, che lui sembra tanto disprezzare, merita senz’altro più rispetto di questo maccheronico pseudo-turista, che si riempie la bocca di sonore bugie (“qualche palma poco cresciuta”?, “sbt è straordinariamente orrenda”?). E’ una cosa molto molto brutta (a maggior ragione per un giornalista) avere il prosciutto davanti agli occhi e credere di avere la vista da lince. Mi torna in mente la frase del grande Rino Gaetano su suo fratello che è figlio unico… Leggi il resto »
Perché non invitarlo a Sbt, insieme al suo direttore, per darli un “meritato” premio?
Più che arrabbiarmi, quando ho letto il pezzo “incriminatoâ€? mi è venuto spontaneo chiedermi: “Ma chi è l’imbecille che scrive queste cose?â€?. Poi mi è bastato fare una piccola ricerca per capire chi è il soggetto in questione. Uno che ama fare il provocatore, far parlare di sé, uno che si vanta di aver fatto un sacco di nemici in tutta Italia con il suo modo di scrivere. Il suo giochetto è sempre lo stesso: scegliere un obiettivo e sparare un mare di corbellerie, le più grosse possibili. Di sicuro qualcuno s’incazza, poi qualcun altro pure. A lungo andare, ottieni… Leggi il resto »
Mi ci voleva proprio una lettura di questo genere a quest’ora, vengo dal tradizionale pranzo domenicale e uno stimolante della digestione era proprio gradito. Parliamo dell’articolo. Si ha l’impressione che il giornalista (non merita di essere nominato e quindi pubblicizzato) abbia fornito dettagli straordinariamente FALSI insieme ad altri straordinariamente VERI. Si ha la netta sensazione che, quando non parla di cibo, descriva fatti e cose che non conosce affatto, come quando dice che l’edificio del ristorante è l’unico guardabile della zona.. non è certo colpa di San Benedetto se Da Vittorio si trova praticamente sotto la statale 16, in una… Leggi il resto »
L’articolo è semplicemente ridicolo. Non meirta neanche una risposta. Chi fa brutta figura è l’autore e il giornale che ha ospitato uno scritto zeppo di palesi falsità . Decisamente stupide. E’ come se dicessi che gli Stati Uniti sono tecnologicamente arretrati e in Russia c’è poco petrolio. Sarebbe simpatico che Ferrara si facesse un giro nella Riviera delle Palme. Arrossirebbe un po’ e magari cambierebbe collaboratore.
Vivo a Bologna ma sono nato ed ho vissuto per 19 anni a San Benedetto del Tronto. Ogni volta che posso amo tornare nel luogho in cui son cresciuto e non tanto per dovere morale, quanto dal fatto che a San Benedetto si sta davvero bene. Come città ha delle importanti potenzialità che ancora non sono state espresse ma alla luce di quello che ha scritto Langone si rasenta una diffamazione vera e propria. Mi occupo di gastronomia e per chi non conoscesse gli scritti di Langone deve sapere che che di eno-gastronomia non capisce nulla. Il suo unico obiettivo… Leggi il resto »