PADOVA – La prima trasferta del 2005, allo stadio Fadini di Giulianova, lo scorso 9 gennaio, non era stata certo fortunata per i 1.200 tifosi della Samb giunti nella vicina cittadina abruzzese. Il gol di Cigarini era stato pattato e poi ribaltato dalla squadra di Augusto Gentilini, che seppe regalare il primo dispiacere lontano dal Riviera delle Palme alla squadra allora allenata da mister Ballardini. Così si apri l’anno in casa rossoblu.
L’epilogo, datato 21 dicembre, è stato simile. Oggi la compagine di Luciano Zecchini ha di nuovo alzato bandiera bianca. Non è una novità per i sostenitori nostrani che, Teramo a parte (lo scorso 4 settembre), hanno ingoiato solo bocconi amari in trasferta; Padova compresa. Un colpo di testa di La Grotteria, attorno al quarto d’ora della ripresa, stende Martini e soci e rende più amaro il ritorno della cinquantina di tifosi rivieraschi giunti all’Euganeo per questo ultimo incontro del 2005, nonché del girone di andata dell’attuale torneo.
Nonostante la distanza e l’impegno lavorativo, la curva Cioffi onora l’impegno, presentandosi nella città del Santo in buon numero, almeno in considerazione delle citate premesse. Al seguito i gruppi della Nord avevano gli striscioni Diffidati, ‘Giorgio non mollare’ e ‘Cioffi vive’, unitamente allo striscione del Nucleo. Bandierine, stendardi ed il bandierone blu scuro, appeso a mo’ di pezza, raffigurante la coccarda tricolore a colorare il settore ospiti.
Sull’altra sponda, gli ultras patavini, che per l’occasione si sistemano nella parte laterale dei distinti, appendono le pezze di tutte le entità biancoscudate, vale a dire ACP, 1910, Juventude e Muet. Poco colorati, al centro del settore staziona un gruppo di circa trecento sostenitori veneti a scandire i cori. Primeggiano, in virtù della netta superiorità numerica, nel corso della partita del tifo, senza peraltro mai raggiungere livelli di sostegno eccezionali.
I tifosi nostrani, che in qualche circostanza si beccano coi padroni di casa, si fanno d’altro canto apprezzare per la consueta compattezza e la continuità dei cori, anche quando il punteggio non è favorevole. Difficile però, almeno dalla tribuna, sentirli nitidamente, a parte qualche rara eccezione, vuoi per la notevole distanza degli spalti dal campo, vuoi per l’esiguità del numero. Sventolano in ogni caso continuamente i vessilli rossoblu, mentre non si deve segnalare nessuna sciarpata. Nemmeno di marca veneta.
Talvolta il resto dello stadio – animato da circa 2.000 spettatori – raccoglie gli incipit lanciati da Juventude e soci, nel tentativo di scaldare il freddo (in tutti i sensi) impianto biancorosso. Il clima però rimane piuttosto tiepido, a dispetto di un Padova, quello guidato da Maurizio Pellegrino, dai valori e dai nomi importanti.
Se lo scorso maggio Padova segnò l’ultima tappa di un’avvincente e fortunata stagione, culminata poi con la prestigiosa semifinale play off al cospetto del Napoli, oggi sancisce la fine di quella si spera possa rappresentare solo una sfortunata parentesi della storia più recente dei rossoblu.