SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Applausi per Giobbe Covatta. Il cabarettista napoletano con il suo show ha unito il divertente al tragico mostrandosi così ambasciatore della comicità, oltre che dell’AMREF, organizzazione umanitaria impegnata da anni a favorire lo sviluppo sanitario e sociale delle popolazione più povere dell’Africa.
Lo show si è aperto con un gioco, in teoria, secondo Giobbe, amato dai bambini africani, ovvero il Monopolepole, ossia un Monopoli revisionato in cui le caselle mostrano fucili, missili, malattie contagiose ed il dado ha tutte le facce che indicano uno.
Il tabellone del gioco, riprodotto in un gigante formato al centro del palco, mostra al centro uno schermo, che visualizza le immagini una per una alternandole a filmati e foto toccanti.
La sua satira spietata ed esilarante attacca lo stile di vita occidentale, trova spazi per ironie sulla politica italiana, porta alla ribalta le indifferenze delle popolazioni così dette privilegiate a discapito delle più sfortunate, lo sfrenato consumismo, la perdita di valori della società.
Sotto accusa l’intera popolazione che tra il culto dell’apparire spreca miliardi in chirurgia plastica, cosmetici, lifting, lingerie pagati a peso d’oro, il villaggio televisivo degli incapaci in tutti tranne nell’apparire, gli sprechi della nostra generazione rapportati a quelli di un Africa che muore di Aids, colera, morbillo poiché non ci sono medicine a sufficienza, non c’è prevenzione a sufficienza non ci sono aiuti.
Giobbe accusa l’Occidente e seduti dalla piccola poltrona, tra una risata e l’altra, anche gli spettatori si sentono un po’ colpevoli di questa indifferenza.
Il finale è incoronato da una serissima lettura della Dichiarazione dei diritti all’infanzia (che l’Italia firmò nel 1991), che ha reso l’atmosfera triste e carica di riflessione ingigantita dalle immagini di povertà e disagio che scorrevano sullo schermo tra le parole di Giobbe.
Forse Giobbe ha ragione nel dire, scherzando ma non troppo, “che il vero problema dei paesi del Sud sono i paesi del Nord”.
Dopo lo spettacolo, tutti siamo tornati alla nostra frenetica vita tra privilegi e lussi ma per un attimo pensiamo che un piccolo gesto, può aiutare molti in Africa ed è possibile finanziando l’Amref, la quale gestisce corsi di educazione socio-sanitaria, costruisce nuove strutture profughi, costruisce pozzi ed acquedotti, distribuisce materiale scolastico, libri, ha aperto centri per formazione sanitaria degli abitanti del luogo, si occupa dei bambini orfani ed abbandonati, si occupa di assistenza sanitaria.
È possibile dare proprio sostegno ad Amref ed avere tutte le informazioni sui propri progetti su www.amref.it.