MACERATA – Nello spazio di Fuorizona artecontemporanea verranno ospitati i lavori di una giovane artista torinese, Mara Aghem. Inizia la sua attività espositiva nel ’98. Oltre alle numerose mostre collettive, tra le sue personali ricordiamo: “Gli amici immaginari” (galleria M55, Torino, 2000); “Psicocromatica” (DeSide gallery, Torino, 2002); “White project” (galleria Marconi, Cupramarittima, 2003). L’inaugurazione si svolgerà sabato 10 dicembre e l’esposizione resterà aperta fino al 12 febbraio. Orario di apertura martedì-sabato dalle 16 alle 20. Fuorizona artecontemporanea si trova in via Padre Mattero Ricci, Macerata. Info 0733.230818-3339535026, fuorizona_ac@yahoo.it

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Fuorizona artecontemporanea presenta, per il terzo appuntamento stagionale, la personale dell’artista Mara Aghem. Nello spazio della Galleria dieci tele, dipinte ad acrilico, si allineano sulle pareti privando l’ambiente di scossoni e fratture e anzi attribuendogli, dati i soggetti rappresentati e il formato unico, cm 50×50, grande omogeneità e carattere.
Già ad un primo sguardo, entrando nella Galleria, risulta esplicito l’invito espresso dal titolo. Come fossero espositori i dipinti presentano degli oggetti. Dalle caratteristiche stilistiche a quelle compositive fino al linguaggio usato le opere dichiarano il loro intento, quello di sollecitare all’acquisto. Definiti con forme rotondeggianti e colori accattivanti compaiono nelle tele dei prodotti. Posti in primo piano, evidenziati da una grossa linea nera, vengono accompagnati da scritte, rigorosamente in inglese, che ne indicano il nome e ne chiariscono l’uso. Ad ogni oggetto è dedicata una tela e, per il modo in cui questo viene presentato, non si può non venirne attratti.
La tecnica è, infatti, la stessa del linguaggio pubblicitario, solo che la nostra reazione di fronte a ciò che ci viene proposto non può non essere ironica. Sono oggetti, dal rossetto adesivo, per chiudere la bocca, all’interruttore del cervello, per smettere di pensare, fino allo stereo privo di suono, per la gioia del silenzio, dichiaratamente inutili. Un processo questo di tipo inevitabilmente provocatorio, dato che l’intento è quello d’invitare all’acquisto, ma che, nello stesso tempo, porta a mettere in discussione modi e mezzi usati a fini commerciali dai quali poi, evidentemente, non risulta estraneo neanche il sistema artistico. (testo a cura di Cristina Petrelli)