ACQUAVIVA PICENA – Dicembre, tempo di “fochere�? e di devozione popolare. Sopravvive in alcuni centri dell’entroterra una pia tradizione che per generazioni e generazioni ha contraddistinto il nostro territorio, dal mare ai monti. Anche Acquaviva Picena ha la propria e l’Associazione San Francesco, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e le altre associazioni locali, per festeggiare il santo patrono della cittadina ha organizzato la Fochera di San Nicolò, ambientata in Piazza del Forte a partire dalle 20.30.
Espressione autentica della religiosità popolare e metafora della preghiera che dalla terra s’eleva al cielo, le radici di quest’usanza ( quella delle “fochere”) vanno ricercate in un periodo non ben precisato, di gran lunga anteriore alla venuta di Gesù, quando i falò erano indirizzati agli dei pagani “falsi e bugiardi�?. Il Cristianesimo dapprima tentò di abolirli, ma poi cercò di congiungere questa forma di devozione popolare con gli insegnamenti evangelici orientandola verso le divinità cattoliche.
Interi gruppi di persone, un tempo, si mobilitavano letteralmente per partecipare alle “fochere�?, che venivano approntate in occasione di speciali festività del calendario liturgico, quali San Nicola (6 dicembre), l’Immacolata Concezione (8 dicembre), la Madonna di Loreto (10 dicembre), Santa Lucia (13 dicembre), l’Epifania (6 gennaio), Sant’Antonio abate (17 gennaio), la Candelora (2 febbraio) e San Biagio (3 febbraio). Negli spiazzi dei rioni paesani e delle campagne circostanti si preparava, la sera antecedente la ricorrenza, una catasta di legna (generalmente di viti e ulivi) e ginestre. In basso s’accendeva il fuoco con paglia e fiammiferi. Pian piano il mucchio si consumava, trasformandosi in brace.
I bui dossi collinari e le piazzette dei borghi s’illuminavano della luce dei grandi falò e si gremivano di uomini e donne riuniti in preghiera (che approfittavano dell’occasione per trovare ristoro dai rigori invernali) e bambini, i quali, una volta spente le fiamme, davano libero sfogo alla loro sana irruenza saltando sopra la cenere e disegnando delle croci.
Ma alla Fochera di San Nicolò dopo il sacro, si darà spazio anche al profano: agli intervenuti saranno offerti fava n’greccia, vin brulé, punch, e dolci vari. Per ristorare anima e corpo.