SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Venerdì 11 novembre, al Centro Congressi della città di Cuneo, si è concluso il “Festival del Primo Romanzo�?, incontro tra studenti e autori vincitori della VII edizione del “Premio città di Cuneo�? a cui hanno partecipato numerose delegazioni, giunte dall’Italia e dall’estero.
Il progetto, a cui la sede dell’Alliance Française di S. Benedetto del Tronto ha aderito, ha coinvolto le Scuole Superiori della regione Piemonte e delle regioni frontaliere francesi oltre all’Università di Torino, impegnando gli studenti a leggere uno dei romanzi di esordio di scrittori italiani o francesi selezionati nel corso del 2004 .
Anche nella nostra città si sono creati comitati di lettura: gli studenti hanno scritto commenti e articoli di recensione sulle opere proposte e una apposita commissione ha scelto i lavori di:
– Eleonora Massicci del Liceo Linguistico “Capriotti�? per la recensione del libro “Tuo figlio�? di Gianmario Villalta, pubblicata nella “Guida�? di Cuneo;
– Maria Chiara Spano del Liceo Linguistico “Capriotti�? per la recensione del libro “Ghibli�? di Luciana Capretti;
– Maria Consuelo Travaglini del Liceo Scientifico “Rosetti�? per la recensione del libro “Ghibli�? di Shulim Vogelman.
Le tre studentesse, accompagnate dalla loro docente di lingua francese, la professoressa Anna Longobardi, sono state premiate con il viaggio a Cuneo dove hanno potuto incontrare Mario Cavatore, autore del “Seminatore�?, Anna Moï, autrice di “Riz noir�?per la sezione primo romanzo francese.
Di seguito riportiamo la recensione del libro “Tuo figlio” di Gian Mario Villalta scritta da Eleonora Massicci:
La vita del piccolo Riccardo è crudelmente condizionata dalla scelta della madre di darsi alla lotta armata e alla clandestinità: il bambino viene affidato ad Adamo e Maria che lo crescono come se fosse un figlio, tanto che Ornella, la loro vera figlia, lo considera il suo fratello minore. Ma, divenuto uomo, Riccardo abbandona la famiglia adottiva con la quale,tuttavia, resterà, in qualche modo sempre in contatto. Infatti, l’assistenza sociale gli affida il figlio di Ornella, Sebastiano, rimasto orfano a quattordici anni. Tra i due protagonisti si instaura, così, un rapporto molto profondo, reso più forte dal loro stesso passato, che i due comprendono a poco a poco scrutando dentro di sé stessi e indagando l’uno sull’altro.
La loro storia è tessuta intrecciando i fili di due tematiche: lo scarto generazionale e la memoria storica,relativa al periodo tanto brutale quanto complesso degli “anni di piombo�?.
Attraverso un particolare gioco architettonico, costruito con flashback e ricordi, Villalta riesce a combinare la sensibilità dei personaggi con la durezza degli avvenimenti, disegnando con pochi tratti impressionistici un nord-est italiano, culla di ideali, sogni,d isillusioni, che si scontrano con la cruda realtà.
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