*La decisione “motu proprio�? dei dirigenti dell’interpartitica, nella loro migliore interpretazione oscurantista, hanno chiuso una porta alla democrazia escludendoci da ogni tavolo di discussione.
Si vogliono alzare dei muri tra partiti e partecipazione, tra partiti e cittadini. Si vuole il pensiero unico. Si va contromano alla storia, e contro Prodi. Romano Prodi al Congrès du Mans, Le Mans, 19 novembre 2005, spiega le Primarie del 16 ottobre e l’apertura alla società civile. Alla fine del suo discorso gli fanno un’ovazione strepitosa.
A San Benedetto invece, la nostra dirigenza si ostina a voler “governare�? alla vecchia maniera, come sempre, a voler imporre un sindaco per la nostra città scelto da Roma; frutto d’equilibri partitocratici invece che di rispondenza alle reali necessità della città.
San Benedetto del Tronto, merita il miglior sindaco possibile, un sindaco attento ai reali interessi della città prima e sopra gli interessi di partito o individuali. Peppe Benigni e il “Comitato Peppe Benigni Sindaco�? che lo sostiene rappresentano quest’aspirazione dei sambenedettesi.
I dirigenti satrapi, paludati e conservatori non ci fermeranno. Siamo nel solco scavato da Prodi e dato corso alle primarie e all’inclusione della società civile nei processi decisionali, la nuova frontiera della democrazia democratizzata e partecipata.
Le PRIMARIE chiedono ai partiti di ripensare il proprio funzionamento, di rimettersi in gioco e da qui nascono le resistenze. Propongono un’idea competitiva della democrazia contraria alla cultura consociativa che era tipica della Prima Repubblica. Con le primarie è possibile immettere dentro le strutture tradizionali della politica una nuova e più vasta partecipazione.
Invece d’oligarchie che decidevano le candidature in tavoli più o meno segreti, qui sono i cittadini che governano anche i passaggi intermedi e, anche per i candidati, si fanno delle scelte alla luce del sole.
La società civile, e la cittadinanza attiva.
Il buon governo richiede che ogni forza politica riconosca un interesse superiore non solo al nostro interesse di parte, ma addirittura, anche propria concezione dell’interesse pubblico. E questo si potrebbe dire, l’elemento etico da cui la buona politica non può separarsi.
Questi principi sono stati via via emarginati dai partiti e, custodi di quei corpi della società che, proprio per il fatto di non essere tenuti da una disciplina di parte politica, hanno la libertà di farsi guidare solo dalla ricerca di quell’interesse superiore: la società civile e la cittadinanza attiva.
E pongono la stessa domanda di partecipazione che già intravediamo nei girotondi e vista la connotazione generazionale, prima ancora nella grand’esperienza degli anni ’70, una partecipazione che chiede di diventare normale.
Insomma il civismo ha più complessivamente proposto e praticato un nuovo diritto di cittadinanza inteso come affermazione di partecipazione democratica attiva e come disponibilità a mobilitarsi per cause d’interesse pubblico.
Hanno chiuso una porta, noi apriremo i portoni.
Il nostro programma avrà una parola chiave: Prossimità
Prossimità con i cittadini;
Prossimità dell’attività di governo con i cittadini, rendendo trasparenti e partecipate le decisioni;
Prossimità della macchina burocratica per metterla anzitutto a servizio dei cittadini;
Prossimità del Piano regolatore, affinché aumenti la qualità della vita nei quartieri:, dove si vive;
Prossimità dell’assistenza: sanitaria e sociale, puntando sulla prevenzione.
*COMITATO PEPPE BENIGNI SINDACO