“Non è sempre vero che il cittadino non viene mai ascoltato dalla pubblica amministrazione. Accade anche che qualche volta, a forza di insistere s’intende, si riesce ad ottenere quello che si è chiesto. Almeno in parte. Da mesi l’Associazione Sentina scrive alle autorità competenti e ai giornali per cercare di richiamare l’attenzione sullo stato di degrado assoluto in cui versa il fosso collettore il cui percorso segna, oltrepassata la ferrovia, il confine tra il quartiere Sentina e la neonata riserva naturale della Sentina. Dobbiamo dare atto che effettivamente un primo intervento è stato fatto ossia la falciatura dell’erba ai bordi del canale. Di ciò ringraziamo pubblicamente il responsabile dell’ufficio ambiente del comune di San Benedetto del Tronto e i vertici della Picenambiente a cui ci eravamo rivolti.
Naturalmente auspichiamo che questo sia solo l’inizio poiché non ci si può certo accontentare.
L’alveo del fosso collettore era e rimane intasato da erbaccia ed alghe che costituiscono un tappeto su cui si depositano immondizie varie (bottiglie, piatti e bicchieri di carta ad esempio), ma soprattutto la recinzione del lato nord era e rimane fatiscente. Come avevamo già segnalato nel nostro precedente intervento di ottobre, la strada che costeggia il fosso collettore (via martiri di Marzabotto) è molto frequentata. Essa infatti conduce al campo sportivo Ciarrocchi e tutti sanno che al campo sportivo accedono giornalmente frotte di ragazzi e bambini che vi si recano per gli allenamenti, accompagnati da genitori e nonni. La domenica poi la frequenza aumenta per via delle partite di calcio. Avere una recinzione nello stato in cui versa quella del fosso collettore, adiacente al campo di allenamento, vuol dire rischiare quotidianamente che qualcuno vi cada dentro e si faccia male. Secondo noi non si tratta più solo di un problema di decoro e di igiene (in parte risolto dall’intervento di pulizia degli argini) ma anche di incolumità.
Alle nostre civili proteste abbiamo, ogni volta, allegato adeguata documentazione fotografica per evidenziare che quanto denunciato non era frutto di esagerazioni ma semplicemente lo stato dell’arte. Lo facciamo anche questa volta documentando lo stato di pura fatiscenza della recinzione e rimaniamo fiduciosi che le autorità (crediamo che questa volta tocchi ai responsabili dei lavori pubblici) possano prenderne atto ed intervenire prima possibile.
Ci permettiamo di evidenziare, anche se non crediamo ce ne fosse bisogno, che al Comune (e dunque alla collettività) costerebbe molto meno effettuare modesti interventi di manutenzione che pagare i danni di un malaugurato incidente. Senza considerare che la questione principale non è certo quella del costo bensì quello della sicurezza dei cittadini, che crediamo valga molto di più”.
Associazione Sentina