*La questione irrisolta del rischio esondazione del Fiume Tronto si protrae da diversi anni e cioè da quando il fiume esondò; da allora i rischi sono sempre rimasti gli stessi ed eccetto alcuni interventi non definitivi sui margini del fiume null’altro è stato eseguito in maniera strutturale e definitiva.
In questi ultimi mesi sono state pubblicate a mezzo Gazzetta Ufficiale le zone a rischio di esondazione; rischio che la normale popolazione se ne fa portavoce dal giorno del disastro. Le prescrizioni arrivano dopo parecchio tempo, ed oggi, uno dei problemi sentiti è la mancata realizzazione di opere di messa in sicurezza degli argini anche se a scuotere gli animi sono coloro che possedevano diritti edificatori.
Non ci interessa guardare al passato, se non per capire per il futuro, né tantomeno ci interessa intavolare discussioni sul piano delle responsabilità; oggettivamente ci preme di più l’incolumità della popolazione e quindi l’urgenza di realizzare lavori definitivi lungo gli argini del fiume Tronto; di conseguenza tutto il resto avrà poi naturali conseguenze edificatorie.
Benché se ne ravveda il ritardo, oggi, le prescrizioni comunicate dall’Autorità di bacino Regionale rappresentano punti di riferimento dalle quali sarà difficile prescindere per questioni di incolumità della cittadinanza.
A fronte della situazione che risulta essere sotto gli occhi di tutti il Circolo A.N. di Porto d’Ascoli intende conoscere la tempistica e le modalità di intervento che si intenderanno attuare per definire la messa in sicurezza del Fiume Tronto.
*Benito Rossi, presidente Circolo An Porto d’Ascoli