L’ex dirigente della Sambenedettese, Vincenzo D’Ippolito, è intervenuto a RadioGoal su KissKiss Napoli: “Su Bogliacino confermo che la Sambenedettese aveva un diritto di riscatto che poteva esercitare. Ma io chiesi più volte cosa fare in merito a questo diritto di riscatto, e la società mi rispose più volte di no poichè non c’erano fondi da spendere in quel momento. Da qui nacque anche una polemica che alla fine mi portò addirittura a lasciare la società. Spero comunque che sia Bogliacino che Amodio facciano bene a Napoli, loro vennero a San Benedetto in C1 credendo nella promozione ma era quasi per farmi un piacere dato che già avrebbero potuto giocare in B e a cifre anche più alte”
La redazione di Tutto Napoli.NET (notizia di www.tuttonapoli.net)
Veramente una dichiarazione molto sorprendente da parte dell’ex fac totum della Sambenedettese Calcio. Per l’esattezza non sorprende quello che dice ma quando e dove lo dice. A San Benedetto più volte la stampa locale ha raccolto il dispiacere con cui la famiglia Mastellarini ha commentato il suo comportamento ritenuto da loro assolutamente scorretto. Parlano chiaro alcuni ricorsi ufficiali per quanto riguare l’affare Bogliacino-D’Ippolito. Business tutto pro-D’Ippolito naturalmente. Ha dimenticato di dire che la sua famiglia era proprietaria del 40% della Samb Calcio mentre la famiglia Mastellarini soltanto del 10% (o 20%). Quindi ad essere senza fondi era più lui che chi deteneva quote inferiori.
Probabilmente non era in buona fede prima e non lo è adesso perchè, dopo aver fatto conferenze stampa per farci credere che, ad esempio, non liberava il tecnico Ballardini per amore della Samb e delle sue casse, poteva benissimo farne una per dimostrare che la Samb era povera, non lui. Non l’ha fatto perché sarebbe stata un’impresa impossibile. Lo dice adesso da lontano a chi non sa.
A me spiace soltanto di aver speso belle parole per lui nel periodo sambenedettese. Mi consolo pensando che, prima del sottoscritto, ha ‘fregato’ i Mastellarini che erano suoi amici e quindi lo conoscevano meglio di me.
P. S.: Non mi ritengo nemmeno tanto ingenuo o a digiuno di calcio da credere che Bogliacino e Amodio erano calciatori da serie B già un anno fa. E’ una colossale bugia. Sarebbe stato un anti-business inaccettabile per chi intende il calcio come profitto prima che come passione.
IL DIRETTORE
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Metafora: in cile pinochet nell’opera di privatizzazione dei beni pubblici e dell’industria a favore dei suoi famigliari e dei “chicago boys” utilizzò uno strumento molto semplice il passivo delle aziende fu lasciato a carico del bilancio dello stato mentre le attività e le ricchezze produttive della nazione furono veicolate verso le nuove aziende private –
E’ comprensibile la metafora ????
alberto silvestri varese