SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Terremoto Ortega sulla società rossoblù. Le dimissioni del tecnico argentino stanno provocando lo strappo definitivo tra le due correnti societarie, quella rappresentata dal presidente Umberto Mastellarini e l’altra alla quale è legato l’avvocato Vincenzo D’Ippolito, fino a poco fa consulente di mercato del club rivierasco, da venerdì scorso ridimensionato al ruolo di ex.
Caro avvocato, Mastellarini afferma di aver saputo delle dimissioni di Ortega solo dai giornali…
Ed è una bugia. Io stesso, ieri mattina, ho chiamato telefonicamente sia il presidente Umberto che il figlio Gabriele, comunicandogli la decisione di Ortega. Il fattåo che entrambi neghino questo fatto, dimostra che siamo al livello delle piccole menzogne, cosa non molto edificante.
Perché non l’ha fatto direttamente l’allenatore della Samb?
Ortega non conosce quasi per nulla Mastellarini, e lo ha comunicato prima a me. La risposta dei Mastellarini non è stata affatto sorpresa: entrambi mi hanno domandato se Ortega avesse preparato già una lettera di dimissioni. Sono convinto che nessuno dei due avesse fiducia in Hector: loro non lo volevano, come molti qui a San Benedetto, ma io farò di tutto per trovargli un’altra sistemazione, in modo che possa dimostrare le sue qualità che io credo notevoli. Sarà una bella rivincita.
Comunque, è inusuale che un allenatore si dimetta a luglio…
È vero, tuttavia non c’è chiarezza a livello societario e capisco la scelta di Ortega.
È rimasto sorpreso dalla sua decisione?
Certo che non me lo aspettavo, anche se negli ultimi giorni ci ho parlato diverse volte al telefono e capivo che era in apprensione per quello che stava accadendo. Entrambi sappiamo che per costruire una squadra quadrata servono almeno un centrocampista e un difensore… Ma di fatto venerdì scorso sono stato sfiduciato dal mio ruolo di consulente di mercato.
Cos’è accaduto?
Io sono la persona di riferimento di un azionista della Samb, che però possiede una quota di minoranza. Gli altri però hanno deciso di non farmi continuare a lavorare durante un incontro che abbiamo avuto. Ed è stata l’ultima volta che ho visto e sentito il presidente Mastellarini, che, sempre venerdì scorso, mi ha detto che non ha più fiducia in me per come è andato l’affare-Bogliacino.
Ma cosa è successo di preciso?
La questione è tutta legata a Bogliacino. Noi avevamo il diritto di riscatto in scadenza il 31 luglio ma, quando ho chiesto cosa dover fare, mi è stato risposto che non c’erano i soldi necessari a riscattarlo. Dirò di più: se anche ciò fosse stato possibile, non capisco in che modo la Samb avrebbe potuto guadagnare riscattando il 50% di Bogliacino, per poi rivenderlo alla stessa cifra spesa. Qualche giorno fa il procuratore di Bogliacino mi ha chiesto quali fossero le intenzioni della Samb, e io gli ho dovuto dire che non era possibile riscattarlo… Bisogna anche dire che Bogliacino, per venire a San Benedetto, ha accettato di guadagnare la metà di quanto prendeva l’anno prima a Las Palmas, nella Serie B spagnola,
Perché, allora, ce l’hanno con lei?
Forse non hanno il coraggio di dirmi in faccia che non vogliono continuare con me, e allora si appellano a questa storia. Che a me sembra una cosa veramente di scarso peso, e difatti non capisco perché debba essere bloccato il mercato della squadra.
Non ci sono margini di recupero della situazione fra lei e i Mastellarini?
Dovrebbero chiedermi scusa pubblicamente e rimangiarsi le bugie. Invece ieri hanno inviato un telegramma ad Ortega dicendogli che non si doveva permettere di indire una conferenza stampa allo stadio, senza sapere che, su richiesta di Ortega, tutto era stato organizzato dall’addetto stampa della Samb.
C’è una parte della tifoseria che si sta schierando con Mastellarini…
Ne sono dispiaciuto, ma cercherò di parlare quanto prima con loro perché devo spiegare le mie ragioni. Bisogna capire che non avevo bisogno di venire a San Benedetto per cercare di guadagnare di più, come molti affermano in relazione alla storia di Amodio e Bogliacino. Sono venuto alla Samb perché sono e resto un tifosissimo di questa squadra, e per lei ho lavorato anche 18 ore al giorno.
Qual è il futuro di D’Ippolito?
Per ora aspetto l’evolversi della situazione. Come referente di un azionista di minoranza, ho poche possibilità di far valere le mie ragioni. Anche se legato alla Samb difficilmente la situazione potrà tornare come prima. Ma io l’ho detto varie volte: se mi viene data carta bianca, io mi assumo le mie responsabilità e sono disposto a mettere la mia faccia sulla buona riuscita della squadra, come si stava dimostrando fin dalle prime amichevoli.