SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dee Dee Bridgewater si prepara all’esibizione di questa sera al Multisala Calabresi con una speciale conferenza stampa/convegno dal titolo ‘L’interpretazione della canzone di cant(autore)’. All’incontro hanno partecipato personaggi musicali d’eccezione: oltre all’icona nera del jazz Dee Dee Bridgewater erano presenti il responsabile del Premio Tenco Enrico De Angelis e il direttore artistico del Festival Ferré Giuseppe Gennari. La star del jazz a livello internazionale aprirà lo spettacolo con un concerto ispirato a J’ai deux amours, il recente album dedicato alla canzone francese del ‘900. Per l’occasione sarà servita, in un’originale giostra di swing, jazz, blues e soul tra risonanze hawaiane e ritmi latino-americani, da musicisti del calibro di Ira Coleman al contrabbasso, Louis Winsberg, alle chitarre, Minino Garay alle percussioni e Marc Berthoumieux con il suo languido e piroettante accordeon. La star afro-franco-americana, targa Léo Ferré 2005, con questo suo CD rispolvera straordinari classici della canzone francese universalmente carichi di ricordi (La vie en rose, Les feuilles mortes, Que reste-t-il de nos amours?, Et maintenant, Ne me quitte pas, Avec le temps ecc.), rinnovandoli in maniera originalissima secondo la sua sensibilità sempre soleggiata, spesso sofisticata e opportunamente sconcertante.
Suoneranno poi i Têtes de Bois, guidati da Andrea Satta, che chiuderanno la serata con il loro jazz cantautorale screziato da suoni elettronici. Sull’onda del loro album Pace e Male, il CD italiano meglio accolto dalla critica nel 2004, offrono un saggio d’avanguardia musicale nel riuscito confronto con testi e spartiti di pregio: Baudelaire, Campana, Vendrame, Brassens, Tenco, De André e Ferré.
Il doppio concerto, in linea con i principi di divulgazione culturale che ispirano il Centro Léo Ferré, sarà fruibile al prezzo di euro 15. Anche quest’anno a presentare e recitare sarà Mauro Macario.
Durante la conferenza, Dee Dee Bridgewater parla del suo tributo a Leo Ferré. “L’idea é nata 10 anni fa, ma per ragioni pratiche non é stato possibile realizzarla prima. Non sono mai stata a contatto diretto con l’artista, ma dalle sue canzoni ho capito che é stata una persona eccezionale. Anche se all’inizio non riuscivo a capire le parole, le sue musiche mi commuovevano al punto di farmi piangere ogni volta che le ascoltavo. Era il 1989. Cantare le sue canzoni in francese é stata per me un’esperienza totalmente nuova, dato che sono americana e la mia lingua é l’inglese. Adesso con il mio tributo musicale vorrei rendere orgogliosa Maria Ferré e tutta la sua famiglia.�? La musicista ci dà un’idea di come viene generalmente recepita la sua musica, facendo l’esempio della Francia. “Il pubblico francese é quello che più apprezza le mie canzoni, questo anche perché sono orgogliosi del fatto che una cantante jazz abbracci delle loro radici. Ci fanno standing ovations in ogni città nella quale suoniamo. La comunità jazz francese, però, proprio per questo motivo ci ha chiuso le porte in faccia.
Quello che volevo fare
-continua la cantante- era fare qualcosa di totalmente nuovo per non essere più associata ad Ella Fitzgerald, dato che –dopo i 5 anni in cui ho onorato la sua musica- le persone mi vedevano come la sua effettiva continuatrice. Così ho anche fatto un songbook su Kurt Weill, com’era già successo con la musica di Ella Fitzgerald anni fa”.
Dee Dee descrive poi gli elementi teatrali che puntualmente inserisce in ogni concerto: “Voglio che il mio pubblico, quando lascia il concerto, vada via con la sensazione di aver vissuto un momento intenso con me e la mia musica. Voglio lasciare delle belle sensazioni, che rimangano a lungo nella loro memoria. La mia formazione teatrale mi permette di sentirmi a mio agio in qualsiasi palcoscenico, é per questo che consiglio a tutti i giovani artisti che intendono avvicinarsi al mondo della musica di studiare teatro�?.
L’icona nera del jazz americano torna poi a parlare della sua ammirazione per Leo Ferré: “Ho già detto di ammirare molto Leo Ferré per la sua capacità di trasmettere forti emozioni. La canzone in cui riesce meglio è Avec le temps, un vero e proprio capolavoro. Anche se non ho mai potuto conoscerlo di persona, per me Leo Ferré é stato senza dubbio un uomo molto intelligente, con una proprietà di linguaggio fuori dal comune e una profondissima conoscenza della lingua francese. E’ proprio quest’ultima che gli ha permesso di giocare con le parole in un modo che nessun altro poeta americano é mai riuscito a fare. Questo anche perché la lingua inglese é molto meno ricca del francese. Spero sempre che in ogni mio album qualcuno trovi l’ispirazione per fare qualcosa di totalmente nuovo, com’è successo a me ascoltando la musica di Ferré. Spero inoltre che quando il mio nuovo album verrà distribuito in America, il 49% della popolazione che non ha votato il governo giusto riesca a trovare l’ispirazione che gli serve dalla mia musica�?.