SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Strano caso quello di mister Davide Ballardini. Lascia la Samb, lo cerca il Cagliari, bisticcia con i dirigenti marchigiani, si riappacifica e poi di nuovo polemiche, inusuali dopo un campionato trascorso in una sorta di luna di miele con la società, la stampa e i tifosi. Adesso, mentre dichiara “consiglierei al Cagliari Bogliacino e Amodio“, il presidente cagliaritano Cellino lo scarica. Per colpa di chi? Della Samb, che pretende troppo per lasciare libero l’allenatore ravennate, legato contrattualmente alla società sambenedettese.
“La Samb però ha assunto un comportamento antisportivo”, ha dichiarato Cellino a Radio KissKiss in riferimento alla trattativa Ballardini. La società di Umberto Mastellarini chiedeva un conguaglio economico (250 mila euro), con eventuale acquisto di un giocatore da parte del Cagliari (la scelta poteva ricadere tra Tedoldi e Zanetti).
Le dichiarazioni di Cellino (“La Samb impedisce ad un allenatore di esordire in Serie A. Adesso abbiamo cambiato mira”) fanno il paio con quelle rilasciate qualche giorno fa da Ballardini (“Dubito che il Cagliari accetti le condizioni della Samb”), che però avevano trovato la ferma opposizione del consulente di mercato rossoblù Vincenzo D’Ippolito, il quale aveva detto: “Non credo che Ballardini sia a conoscenza della trattativa tra noi e il Cagliari”.
Ad ogni modo riportiamo un’intervista a mister Ballardini tratta dal sito www.cuorerossoblu.com
Un’estate rovente, da trascorrere al mare. E probabilmente, a giudicare dal rumore delle onde in sottofondo, è quello che sta facendo Davide Ballardini, in attesa di una chiamata da Cagliari che sembra proprio non voler arrivare. Dal settore giovanile del Parma alla C1 con la Sambenedettese: un salto notevole, senza contraccolpi di sorta: i marchigiani, partiti per salvarsi, sono arrivati ad affrontare il Napoli nei playoff che valevano la B.
Quattro chiacchiere con quello che, a detta di tutti, sarà il prossimo allenatore (il 53°) del Cagliari. Ma lui, Davide Ballardini, originario di Ravenna, città vicina a quella Fusignano che ha dato i natali ad Arrigo Sacchi, non si sbottona più di tanto.
“Intervista? Sul Cagliari??, chiede Ballardini, voce ferma e leggera inflessione romagnola, Ma chi è l’allenatore del Cagliari??
Dovrei chiederglielo io, veramente. Un bel problema, capisco…
Io invece la capisco un po’ meno: faccio fatica a comprendere questa situazione un po’ strana, quasi surreale.
Cosa significherebbe per lei esordire in serie A seduto sulla panchina del Cagliari?
Per qualsiasi allenatore, partito come me dal settore giovanile, dalla Primavera, arrivare ad allenare in serie A sarebbe l’ideale coronamento di un percorso. Sarebbe per me, ma non solo per me, una grande soddisfazione.

A proposito del Cagliari: l’ha seguito lo scorso anno?

Si, assolutamente. L’ho seguito anche nel campionato di serie B di due anni fa: è reduce da due ottimi tornei. La squadra ha dimostrato di saper esibire anche un ottimo calcio, ed alcuni elementi sono molto interessanti. Non per nulla, qualcuno è entrato anche nel giro della Nazionale. Ed anche a livello societario, il Cagliari non ha nulla da invidiare ad altre più blasonate società.
Vogliamo spendere due paroline su Gianfranco Zola?
Mi sembra di capire, leggendo i giornali e vedendo le trasmissioni televisive, che sia soprattutto un grande uomo. Intendiamoci, un grandissimo giocatore, ma la forza risiede nella sua persona.

Nella sua squadra ideale in che ruolo impiegherebbe il fantasista di Oliena?

Sicuramente il meglio di sé Zola lo dà agendo da seconda punta.
Appurato che non sarà più lei l’allenatore della Sambenedettese, quali dei suoi ex giocatori consiglierebbe al Cagliari?
Bogliacino ed Amodio. Il primo, ha qualità maggiormente offensive. Amodio invece è un centrocampista di quantità, grande resistenza e grande temperamento: e ciononostante, possiede un’ottima tecnica di base.
Cosa si sentirebbe di dire ai tifosi del Cagliari?
Il Cagliari è il simbolo di una regione. E pertanto bisogna essere orgogliosi di fare parte di una realtà così importante, che rappresenta appunto un popolo intero.