SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo dal Fand (FEDERAZIONE TRA LE ASSOCIAZIONI NAZIONALI DEI DISABILI ANMIC – ANMIL – ENS – UIC – UNMS, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro – Ente Nazionale Sordomuti – Unione Italiana Ciechi – Unione Nazionale Mutilati per Servizio)
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Relazione di analisi strutture del lungomare di Porto d’Ascoli
Il giorno 11 del mese di giugno c.a., alcuni delegati della FAND si sono recati nel Comune di San Benedetto del Tronto, in località Porto d’Ascoli, per verificare la fruibilità ai disabili del nuovo lungomare che, per volere dell’amministrazione comunale si sta riqualificando e migliorando.
A prima vista, si evidenzia il mancato rispetto delle normative volte alla tutela dei soggetti svantaggiati, secondo quanto previsto dalle leggi 13/89, D.M. 236/89, L. 104/92, D.P.R. 503/96.
Ma andiamo ad esaminare punto per punto.
ACCESSO ALL’AREA PEDONALE
Dalla pista carrozzabile a quella ciclabile, da quella ciclabile a quella pedonale.-
E’ evidente il miglioramento ottenuto con le vie di accesso al lungomare, ovvero gli attraversamenti che dalla via carrabile portano al corso pedonale. Questo è stato ottenuto con dei passaggi che, tralasciando il materiale utilizzato, rispettano le norme per l’accessibilità e la fruibilità anche ai disabili.
Il progettista, però, non ha preso in considerazione il fatto che un disabile potrebbe parcheggiare l’auto in uno spazio diverso da quello a lui assegnato, e semplicemente perché quello specifico spazio potrebbe essere occupato. In questo caso, dato che il marciapiede che delimita la zona carrabile con quella ciclabile è abbastanza alto, non riuscirebbe a salirvi con la carrozzina e quindi si vedrebbe costretto a percorrere o controsenso o in senso di marcia la pista carrabile, con evidenti rischi all’incolumità personale. Ma, qualora aiutato da forti braccia, riuscisse a salire sopra il marciapiede in oggetto, non riuscirebbe a percorrerlo, a causa di impedimenti come il palo della luce e altro ancora.
Se questo può essere un problema per il disabile in carrozzina o il protesico, difficoltà maggiori le avrebbe il non vedente o l’ipovedente, dato che gli ostacoli non sono segnalati da diversa pavimentazione, così come non esiste diversa pavimentazione che separa la fascia centrale del corridoio con quella laterale.
A tale proposito teniamo a precisare che i non vedenti e gli ipovedenti usano il bastone non certo per una questione estetica, ma per aver favorito il camminamento. Il bastone va battuto a terra perché possa dare un segnale uditivo. Ogni materiale ha il suo suono. Se si usano materiali diversi in prossimità di eventuali variazioni di quota o di ostacoli vari, grazie al diverso suono ottenuto e soprattutto al diverso messaggio tattile che il non vedente coglie camminando, egli capisce che c’è un pericolo imminente e quindi si comporta di conseguenza.
Altra anomalia progettuale è da attribuire alla mancanza di una fascia di colore evidente che segnala il camminamento, e questo per favorire l’ipovedente.
Vogliamo ricordare che oggi, il non vedente o l’ipovedente hanno a disposizione un bastone con rotelle che segnala ostacoli con un suono. Ma se il suolo è evidentemente irregolare, la rotella non riuscirebbe a scorrere fluidamente, e i dislivelli potrebbero attivare il suono, impedendo al disabile di utilizzare il suo prezioso strumento.
AREA PEDONALE
Prima di tutto dobbiamo fare i complimenti al progettista. L’effetto visivo, per chi è dotato di questo senso, è gradevole. Sicuramente non avrà una corrispondenza universale, può non piacere a tutti, ma comunque fa la sua figura.
Però, al di là dell’estetica, dobbiamo considerare gli aspetti pratici.
Siamo consapevoli che viviamo in un mondo dionisiaco, fatto di immagine e apparenza, ma questo non è un’attenuante agli occhi di un disabile, per ovvie e scontate ragioni.
L’irregolarità del pavimento crea difficoltà ai protesici e ai non vedenti come pure alle persone in carrozzina. Prendiamo in considerazione quest’ultimi. Vi siete mai chiesti perché le autovetture vengono costruire con ammortizzatori sempre più efficienti? Forse perché star seduto su una seduta che riceve scossoni non fa bene alla spina dorsale di chiunque, anche di chi ce l’ha sana. Allora perché facciamo di tutto per far camminare il paraplegico o tetraplegico su pavimenti irregolari?
Anche in quest’area del lungomare, ritroviamo le stesse irregolarità che troviamo nel marciapiede tra la pista carrozzabile e quella ciclabile.
Non stiamo a ripetere quello già scritto, ma gli ostacoli debbono essere segnalati. Non si può creare una aiola senza delimitarla e segnalarla.
ISOLE A TEMA
Questo è un tasto dolente.
Non si possono creare spazi, magari visivamente gradevoli, che vedremmo volentieri nelle nostre ville in luoghi pubblici.
Il luogo pubblico deve seguire delle regole diverse, di accessibilità a tutti i cittadini, di un’accessibilità incondizionata.
Voglio sfidare chiunque con la carrozzina a camminare su di un suolo formato da pietre semplicemente appoggiate a terra e distanziate con una fuga larghissima. Già il normodotato si vede costretto a rievocare quel famoso giochino che faceva da bambino “la campana�?, pensate cosa è costretto a fare un protesico, senza una gamba, o uno in carrozzina. Quest’ultimo non può neppure pensare di camminare su di un suolo simile, mentre il protesico deve raccomandarsi alla fortuna se non si rompe anche l’altra gamba.
Vogliamo parlare poi delle “panchine�?? realizzate con pietre altamente pericolose a causa della loro forma? L’altezza di queste impedisce a un protesico di mettersi seduto, e ad un genitore di far camminare o giocare il proprio figlio in prossimità di esse, perché pericolose!
La superficie delle piazzole non è complanare. Il dislivello tra la prima piazzola e la spiaggia non è stato protetto adeguatamente. La realizzazione di un muretto con pietre a spigolo vivo e tagliente di non più di 50 cml non è sufficiente. La legge prevede un parapetto di almeno un ml. Poi, le pietre, così poste e di siffatta natura, potrebbero creare abrasioni. Rischiose sono anche tutte le altre pietre poste liberamente nelle aiole, pietre irregolari e non smussate.
Vi ricordiamo gli articoli 4.2.2 e 4.2.3 del DM 236/89 che riportano l’obbligo di segnalare le variazioni di quota, le intersezioni con altri percorsi, le vie preferenziali di accesso (con diminuzioni minime e specifiche pavimentazioni), l’obbligo di muretti di delimitazione di gradini, l’obbligo di parapetti alti minimo 1 ml e l’obbligo di utilizzare materiali non pericolosi e di segnalare e proteggere da eventuali ostacoli (pietre, massi, sporgenze).
ACCESSIBILITA’ ALLA SPIAGGIA
Se un disabile in carrozzina non può accedere all’isola a tema, che è l’unico accesso alla spiaggia libera, non può neppure, di conseguenza, accedere alla suddetta spiaggia. Ma, qualora vi riuscisse, magari miracolato o aiutato da forti braccia, non potrebbe inoltrarsi in essa perché non esiste un corridoio, così come previsto dalla legge.
Per quanto riguarda l’accesso dalla spiaggia libera, non c’è nulla da aggiungere. Il disabile non può accederci, c’è poco da fare.
Parliamo invece dell’accesso agli chalet. La nuova pavimentazione ha creato un dislivello notevole tra essa e la pedana degli esercizi commerciali. Oggi un disabile in carrozzina, un non vedente, un ipovedente, un protesico, rischiano parecchio se vogliono andare a prendersi un caffè o se vogliono usufruire di quello specifico chalet. Poi, c’è da dire che non sono state previste delle adeguate protezioni che proteggano dal dislivello esistente tra il camminamento e l’area commerciale.
ACCORGIMENTI
San Benedetto del Tronto sta lavorando per darsi una forte connotazione turistica. Oggi, più che in altri periodi storici, l’abbattimento delle barriere architettoniche come pure gli accorgimenti per le fasce deboli sono oggetto di alta considerazione.
Siamo rimasti colpiti nel notare che non sono state previste delle stazioni con DTS (Dispositivo telefonico per sordi). E’ una “sottigliezza�? che sicuramente eleverebbe il senso civico della “Riviera delle Palme�?.
Quando si fanno progetti così importanti c’è da prendere in considerazione ogni aspetto, sottovalutarne uno o addirittura non considerarlo è un grave errore. Dobbiamo iniziare a ragionare in termini di legge e, quando possibile, migliorare la stessa.