SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Al di là degli errori commessi (non si può parlare di bilancio falsificato ma di comunicazione errata: e con tutto quello che accade nel mondo del calcio ci sembrerebbe strano veder punita una società per una sciocchezza simile) una domanda sta facendo il giro dei bar, delle chat e dei ritrovi dei tifosi sambenedettesi: “Ma lo scorso anno chi lavorava alla Covisoc?�?
Insomma, la Samb omette di indicare la voce relativa all’utile o perdita di esercizio risultante regolarmente dal bilancio, e nessuno se ne accorge? Se fosse stata indicata una cifra diversa dallo zero, allora si poteva capire che il verificatore fosse stato condotto in errore. Invece lo zero è lì, bello evidente, come visibile dalla foto. E quindi si torna alla domanda: chi ha sbagliato? Chi non ha verificato puntualmente? Chi non ha alzato la cornetta del telefono per chiamare la sede della Samb Calcio e chiedere chiarificazioni (con l’invio di un fax, in mezz’ora, tutto sarebbe tornato regolare)? E infine, chi, in assenza di una informazione che addirittura dicono potrebbe costare alla Samb una sanzione fino alla retrocessione in C2, ha permesso l’iscrizione al campionato di C1?
Insomma, se la Covisoc deve controllare, perché non lo ha fatto? E perché invece di permettere l’apertura di una procedura con sanzioni così gravi, non ha, in passato, chiesto dei semplici chiarimenti?
A meno che non siano ragionevoli le considerazioni del tifoso Livio Righetti: un provvedimento ad orologeria, scaldato in vista della sfida Samb-Napoli, per far fuori il piccolo club rossoblù in ogni modo, sia dalla finale che dai ripescaggi. Dietrologie non dimostrabili, si dirà.