CUPRA MARITTIMA – Mercoledì 1° Giugno al Cinema Margherita di Cupra si è tenuto un dibattito pubblico sui quattro referendum per l’abrogazione di alcuni passaggi della Legge 40/2004, sulla procreazione medicalmente assistita.
Il dibattito, organizzato dalla Parrocchia di San Basso, dal Gruppo Giovanile U.D.C. di Cupra Marittima in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Cupra, l’Azione Cattolica Diocesana e il Comitato per la Legge 40 Scienza & Vita, è stato moderato da Nicola Torquati (Giovani U.D.C.) ed ha avuto gli interventi del Dott. Luca Marconi (Direttore Nazionale del Rinnovamento nello Spirito), del Dott. Carlo Di Biagio (membro dell’Associazione Medici Cattolici Italiani) e della Dott.ssa Maria Angellotti (Presidente dell’Azione Cattolica Diocesana). In programma c’era anche la partecipazione dell’On. Carlo Casini (Presidente Nazionale del Movimento della Vita), che però per altri impegni non è potuto intervenire alla serata, infine erano presenti in sala il Sen. Ciccanti e l’Ass. di San Benedetto Marco Lorenzetti.
Il dibattito, organizzato per spiegare le ragioni del fronte del “non voto�? e per invitare la cittadinanza a non andare a votare, è stato aperto dal Dott. Di Biagio, che ha illustrato gli aspetti medici della questione, spiegando le varie tecniche con cui si pratica la procreazione assistita (anche quelle che non sono più permesse dall’attuale legge), intervenendo sulla questione delle cellule staminali, presenti già nel cordone ombelicale, chiarendo che “quando parlano della ricerca sulle cellule embrionali, dicono una fesseria, perché le ricerche su questo punto sono indietro e non hanno ancora dato risultati�?. Parlando della fecondazione eterologa, inoltre, ha messo in evidenza i rischi che avvenga un vero e proprio commercio di ovociti, spermatozoi e utero. Successivamente, rispondendo a una domanda dalla platea, ha spiegato perché la legge 40 non può essere detta una legge cattolica: “Questa legge ha messo dei paletti, e deve servire per combattere la sterilità. Non è certamente una legge cattolica perché consente il ricorso alla procreazione assistita non solo alle coppie sposate ma anche a quelle conviventi e perché consente la fecondazione di tre embrioni, però di questi possono attecchire tre, due, uno o anche nessuno, con un notevole dispendio di embrioni�?.
La Dott.ssa Angellotti ha aggiunto: “Il Dott. Di Biagio ci ha spiegato che la vita nasce subito, quel che mi interessa dire subito è che i due valori su cui dobbiamo puntare sono la famiglia e la vita, noi non andiamo a votare perché crediamo nella vita, noi stessi eravamo degli embrioni. Noi siamo favorevoli alle cure ma non al costo di una vita, uccidere un embrione significa uccidere un’opportunità di vita, vogliamo che la ricerca sia per la persona non sulla persona�?.
“La legge – ha concluso il Dott. Marconi – è uscita dopo un lungo iter parlamentare di 8 anni. È una legge avanzatissima, di altissima civiltà. La legge dà due certezze: rende possibile l’accesso alla fecondazione assistita, dando all’embrione la certezza di avere due genitori e, limitando a tre il numero degli embrioni, da la certezza di un parto plurigemellare ragionevole, senza un eccesso di embrioni prodotti�?.