SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Le tradizioni arcaiche di un’Italia meridionale legata alla venerazione dei Santi quale antidoto e speranza per un’esistenza meno iniqua e perversa. Immagini raccolte e fissate nella opere di Luigi Di Gianni, uno dei più famosi documentaristi della storia del nostro cinema, divenute ora memoria e patrimonio storico della cultura italiana che la Fondazione Luigi Bizzarri ha voluto presentare ieri sera in un incontro diretto con il regista in occasione dell’avvio della rassegna “I Venerdì del Bizzarri�?.
Introdotto da Teresa Biondi, docente di antropologia visiva dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (ex allieva e grande estimatrice del regista), Luigi Di Gianni ha presentato alcuni tra i più significativi filmati di ispirazione antropologica, da lui girati nel meridione agli inizi degli anni ’60.
Magia Lucana, Nascita e morte del Meridione, Il male di San Donato, Il Culto delle Pietre: questi i titoli di alcuni dei documentari proiettati al Palaidea di San Benedetto del Tronto. Rigorosamente in bianco e nero (anche il colore, laddove è usato, ha una sua sottolineatura), i filmati inseguono un discorso costruito sulle basi di un rapporto con la realtà, le cose e gli avvenimenti e documentano tradizioni ormai quasi del tutto scomparse, come quello del culto delle pietre. Primo premio del “Film Etnografico e Sociologico” al Festival dei Popoli 1967, il documentario è stato realizzato a Raiano, un paese della Marsica, nei pressi di Sulmona dove si celebra ogni anno la festa di S. Venanzio. Il Santo avrebbe dimorato nelle grotte intorno al paese e, secondo la tradizione, le grotte stesse, le pietre, avrebbero acquistato virtù terapeutiche. La cerimonia più segreta e più antica è quella, appunto, del Culto delle Pietre: i devoti si addentrano nelle grotte e si strofinano sulle pietre per ottenere la guarigione dei mali che li affliggono.
I Venerdì del Bizzarri proseguiranno il prossimo 10 Giugno, sempre al Palaidea alle ore 21, con la proiezione del DOC di Guido Chiesa “Sono stati loro�?.