SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La conferenza stampa presieduta dal segretario Paolo Turano ha visto la presenza di ben otto rappresentanti a testimonianza della unilateralità di intenti. Tutti d’accordo anche sul particolare non insignificante che la Legge 40 va comunque ritoccata e che il compito spetta al parlamento. Sul problema specifico una varietà di interventi ma quasi mai ripetitivi.
Il segretario Turano: “Inizia oggi la nostra campagna antireferendaria in coincidenza dell’arrivo dei manifesti. Lo riteniamo un referendum strumentalizzato. Personalmente non ho competenze tali per addentrarmi nel problema scientifico�?
Gabriella Ceneri: �?Una sfida che va respinta con determinazione perché gli interessi in gioco sono alti. La Legge non è perfetta e va riesaminata con un disegno di Legge. L’entità dell’embrione va rispettata, soprattutto nell’aspettativa di vita. Non si può chiedere un voto per ucciderlo.�?
Sabina Croci: “Noi del centro destra abbiamo il coraggio di affrontare il problema. Il limite al divieto di uso terapeutico per una donna è una forma di garanzia fondamentale. Per avere figli c’è, per esempio, l’adozione.�?
Sandra Egidi (Gruppo donna AP): “Noi difendiamo certi valori oltre al diritto alla vita sin dal concepimento. I genitori devono essere conoscibili e conosciuti. Non è una Legge medievale né cattolica. All’uopo cita la frase ‘Res sacra homo’ cioè l’uomo è cosa sacra.
Sergio Cinell: “Giusto che a parlare per prime siano state le donne. Sono molto più parte in causa dell’uomo. Nel rispetto dei valori morali non si può andare oltre l’etica della figura umana�?.
Roberto Marconi (Grottammare): “L’embrione è un punto fermo che non va toccato. Selezionare più embrioni e scegliere il migliore è una decisione che va contro la natura. Il nascituro deve sapere chi sono i suoi genitori�?.
Nicola Torquati: “Il problema è essenzialmente etico. L’embrione ha il sacrosanto diritto di crescere. Il prossimo primo giugno ci sarà a Cupra un convegno sull’argomento�?.
Francesco Sgariglia (Assessore Acquaviva): “Non votare non è un’azione passiva mentre vedo strane lotta intorno al problema che è, invece, serissimo�?.
Giuseppe Nico: “La nostra posizione non è dogmatica e al di fuori della scienza. Vedo invece che certe linee sulla liberalizzazione vengono veicolate a cuor leggero, con troppa superficialità�?.
Pietro Giudici: “Ci vuole una nuova legge senza interferire sull’origine della vita che ce l’ha data Dio e va rispettata“.
Il deus ex machina, Marco Lorenzetti, conclude con questa affermazione: “La presenza massiccia e gli interventi in questa conferenza smentiscono coloro che avevano insinuato che all’interno dell’Udc ci fosse una spaccatura proprio su questo problema�?
E’ rimasto poco spazio per le domande dei giornalisti e la conferenza si è sciolta dopo una domanda ed una riflessione del sottoscritto.
Perché astensione invece di chiedere agli elettori di votare no? “Perché il non voto è anch’esso uno strumento politico e abbiamo voluto adottarlo per la delicatezza del problema.”
La mia riflessione è stata invece questa: ho intravisto un certo timore o paura tra i partecipanti che, pur sottointendendolo, non hanno mai citato l’aspetto cristiano. Si è parlato di etica, di morale, di valori umani omettendo quello che è il valore trascendente della cristianità. Il motivo è semplice: non si vuole confondere (giustamente) la religione con la politica. Non è così però, perché, erroneamente, si ritiene il Cristianesimo una Religione quale invece non è. Il Cristianesimo è infatti semplicemente una ‘buona notizia’ con la quale viene detto che Dio dà la ‘vita eterna’ dopo la morte. Significa anche che dal concepimento siamo tutti creature di Dio e che Lui è l’unico, come ha accennato Pietro Giudici, ‘responsabile’.