SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si ferma il torneo. Domenica di riposo per la divisione est. E’ la quarta da inizio stagione – le precedenti tre soste sono andate in scena il 26 dicembre 2004, lo scorso 2 gennaio ed il 20 febbraio.
Ancora tutto da decidere nella alte come nelle basse sfere della graduatoria; possiamo comunque stilare un bilancio, molto prossimo al definitivo giudizio da avanzare alla conclusione della stagione regolare (15 maggio), in merito alle 18 squadre del girone B.
Premessa: pazienza, oculatezza, programmazione sono oramai qualità non più riferibili alla terza serie: i 25 cambi di allenatore (tra girone A e B) ne sono la conferma. Nella divisione est ben 12 sono stati i ‘cambi di manico’: protagoniste Teramo, Vis Pesaro, Sora, Martina, Foggia, Napoli, Benevento, Giulianova e Avellino. Abruzzesi (biancorossi) e ciociari hanno prima cambiato per poi ritornare sui propri passi. I marchigiani, se vogliamo, hanno fatto ancora peggio, facendo sedere sulla panchina vissina ben tre tecnici. La scelta dell’Avellino infine, avvenuta in settimana, è senz’altro quella più sorprendente. Anche se fino ad un certo punto.
Ma torniamo alle valutazioni concernenti i valori espressi dalle compagini del girone.
Cominciamo dalle note dolenti, vale a dire le ‘delusioni’. Teramo e Lanciano su tutte, ma anche Napoli, Padova, Benevento e mettiamoci pure l’Avellino. Le due abruzzesi, partite con propositi d’alto lignaggio hanno via via perso lo smalto. Se nel caso dei ‘diavoli rossi’ ci ha messo del suo la stessa società, allontanando Zecchini (sostituito da Foschi) per poi richiamarlo, i frentani – difficile a questo punto, in virtù anche del calendario, l’aggancio alla zona play off – pur vantando il capocannoniere della divisione, si sono ‘persi’ nel corso di questo girone di ritorno.
Si diceva di Napoli, Padova e Benevento. Le prime due, specie gli azzurri, se pur ancora in corsa per la B (ma dovranno passare per la ‘roulette’ dei play off), si sono espresse in maniera piuttosto discontinua e soprattutto al di sotto delle reali potenzialità. Gli uomini di Reja avrebbero dovuto ‘ammazzare’ il campionato e invece, sino ad ora, hanno spesso raccolto punti al di là dei propri meriti, grazie ad un pizzico di fortuna e alla classe dei singoli. I patavini stanno riscattando, da due mesi a questa parte – anche in virtù della buona campagna di riparazione – il pessimo girone di andata, in cui hanno addirittura gravitato in piena zona play out.
Perché inserire il Benevento tra le delusioni della stagione? Perché i sanniti hanno sempre stazionato nei quartieri alti della classifica, ma non hanno mai trovato il modo di consolidare appieno le proprie ambizioni. Una sorta di ‘eterna incompiuta’. Oppure: rimandata più volte la definitiva consacrazione. Passi la giustificazione relativa ai problemi societari, però, occorre sottolinearlo, l’organico è di valore.
Un discorso a parte merita l’Avellino, visto che gli irpini hanno lottato per il primo posto – affinché possano ritornare in corsa dovrebbe realizzarsi un mezzo miracolo – fino a poche domeniche fa. Poi le polemiche tra Cuccureddu e la società e l’esacerbarsi del rapporto tra il trainer sardo e la squadra (il risultato è stato l’esonero di Cuccureddu ed il conseguente ingaggio di Francesco Oddo), hanno fatto sì che l’obiettivo primario cui pensare sia diventato il secondo posto, da difendere con le unghie e con i denti dall’attacco del Napoli.
Dalle ‘delusioni’ alle ‘conferme’. Una su tutte: il Rimini. La capolista – con una vittoria, domani pomeriggio, al Benelli di Pesaro, la promozione diretta sarebbe davvero molto vicina – non poteva non disputare un ‘signor’ campionato, visto che l’intelaiatura (e l’allenatore) è rimasta la medesima; pochi oculati ritocchi ad una rosa che l’anno passato, seppure nell’altro girone, è andata vicinissima al grande salto.
L’altra squadra che non ha sorpreso è la Reggiana, visto che in estate nella città del tricolore si era programmato un torneo di ‘alta quota’; seppure con qualche difficoltà i granata stanno prestando fede alle iniziali ambizioni. Un posto play off è quasi in cassaforte. Rimane solo da vedere quale sarà la decisione della Commissione Disciplinare in merito all’episodio di domenica scorsa che ha visto coinvolto il centrocampista del Benevento De Liguori.
Altre conferme sono arrivate da Foggia, Ferrara, Fermo, Cittadella, Martina, Giulianova, Sora, Chieti e Pesaro.
Foggia e Spal erano partite con l’intento di disputare un torneo di medio-alta classifica. Ci stanno riuscendo. Magari qualche rimpianto in più da parte del sodalizio dauno, non solo per la passionalità e la ‘fame’ della piazza pugliese, ma anche perché il presidente rossonero Giuseppe Coccimiglio sotto sotto covava propositi…play off.
Le restanti squadre sopraccitate, compresa la Vis, non possono aver deluso, visto che gli organici a disposizione e le possibilità delle rispettive dirigenze, lasciavano apertamente intendere che la loro sarebbe stata una stagione all’insegna della sofferenza.
Due parole sulle marchigiane. La Fermana sta purtroppo adagiandosi (almeno nelle ultime annate) su un trend tutt’altro che raccomandabile. Tradotto: partenza a razzo, un pensierino a qualcosa in più di una semplice salvezza, poi il solito disastroso girone di ritorno. La Vis è nientemeno che una ‘predestinata’: problemi societari, campagna di rafforzamento estiva – ed in seguito invernale – assolutamente deludenti: il fanalino di coda è la naturale conseguenza.
E la Samb? Ergiamo i rossoblù, crediamo non sia opera di partigianeria, a sorpresa dell’attuale torneo. Un sesto posto che può essere ancora migliorato da parte di una delle squadre più giovani del girone, ma soprattutto costruita in due soli giorni. Tanti debuttanti nella categoria (mister Ballardini compreso), molti dei quali fanno già gola a club di serie superiore, ma l’entusiasmo e la voglia di raggiungere traguardi ‘proibiti’ sono stati i ‘verbi’ fondamentali del clan rivierasco (il pubblico, of course, ha fatto il resto). E non è ancora finita…