MONTEPRANDONE – Si è svolto nella serata di ieri il Consiglio Comunale di Monteprandone. Il 12° punto all’ordine del giorno riguardava la mozione del gruppo consiliare “Polo per Monteprandone�? relativa al problema delle infiltrazioni d’acqua in alcune abitazioni del centro storico.
La discussione su questo punto ha avuto anche dei momenti accesi, e la Presidente del Consiglio Comunale Meri Cossignani è dovuta intervenire in un paio di occasioni. Inizialmente il Sindaco Menzietti aveva chiesto ai consiglieri comunali se questo punto poteva essere dibattuto in un Consiglio Comunale aperto (erano presenti anche alcuni tecnici comunali), proposta che aveva ricevuto l’approvazione da parte di Luigino Calvaresi del gruppo “Città per lo sviluppo futuro�?.
Tuttavia Calvaresi sottolineava come il problema delle infiltrazioni, seppur pericoloso, “è ancora limitato ma dobbiamo fare in modo che l’intera situazione di dissesto idro-geologico venga mantenuta sotto controllo prima che possano accadere dei disastri.�?
Il consigliere del “Polo�? Giandomenico Camilli ha però rifiutato la proposta del Sindaco: “Di fare un Consiglio Comunale aperto se ne è parlato già due mesi fa, mentre noi ripresentiamo per la terza volta la stessa mozione. Vogliamo parlarne stasera, e se non saremo soddisfatti faremo un Consiglio Aperto.�? Giuseppina Massi, capogruppo del “Polo�?, ha dichiarato che “sono sconcertata da questa proposta. Basta fare un giro per le strade e vedere che il centro storico presenta un elevato grado di rischio.�?
Cominciata la discussione, Camilli ha affermato che “le infiltrazioni ci sono da tre anni ma non si sa da dove vengono. Tutto parte da alcuni lavori stradali, dopo i quali nelle case è cominciato a penetrare l’acqua. Nulla sappiamo poi di cosa avviene nelle case disabitate. Chiediamo di smantellare le strade dove vennero effettuati i lavori, di rimodellarle in modo che la pendenza non porti l’acqua piovana verso le case, e di creare delle feritoie che riducano la portata dell’acqua lungo le strade, che diventano dei torrenti.�?
Il consigliere del gruppo “Uniti per Monteprandone�? Carlo Ceroni ha parlato di sondaggi già eseguiti che hanno dato “dei risultati solo parziali, anche se positivi. Comunque non è possibile lavorare d’inverno con le piogge e la neve. Ad ogni modo si tratta di seguire un percorso burocratico definito, e le spese di azione sono onerose.�?
Il Sindaco Menzietti ha dichiarato al proposito: “Noi non siamo né irresponsabili né sordi a questo problema. Abbiamo controllato le condotte delle acque bianche e verificato che il problema non è lì. Siamo intervenuti sulla frana della strada provinciale: ci sarà un’azione della Provincia che ripristinerà lo stato precedente. Aspettiamo il sole di aprile per smantellare le strade in oggetto: come ultima ipotesi, se nulla cambierà, ipotizziamo lo smantellamento dell’intero centro storico.�?
In appoggio a Menzietti si sono pronunciati l’Assessore Marino Lattanzi (“Dobbiamo seguire la strada segnata dall’Avvocato Ascani�?, di cui riproponiamo la lettera nella fotogallery*), e l’Assessore ai Lavori Pubblici Adriano Bordoni (“Questa amministrazione, appena insediata, si è interessata di questo problema: serve tempo per risolverlo�?).
Il consigliere Camilli, tuttavia, ha espresso la sua insoddisfazione: “Parliamo ancora di valutare, dei costi, di indagini. Ma c’è gente che ogni giorno tira fuori secchi d’acqua dalle proprie case.�?
*Nella lettera dell’Avvocato si precisa che, dopo l’esecuzione dei lavori alla rete fognaria, appaltati dal Comune di Monteprandone alla soc. SEA srl in data 4 agosto 2000, il nuovo impianto fognario manifestava delle perdite, con conseguenti infiltrazioni in alcuni immobili del centro storico. L’art. 1699 del codice civile sancisce la responsabilità dell’appaltatore nei confronti del committente se, nel corso di dieci anni dal compimento, l’opera presenta pericolo di rovina o gravi difetti. “I danni lamentati dai cittadini possono essere definiti gravi�?, scrive l’avvocato Ascani. Il quale però precisa: “Rimane solo da verificare, per poter esperire con successo un’azione giudiziaria per ottenere il ristoro dei danni, se le infiltrazioni lamentate siano diretta conseguenza dei lavori realizzati dalla soc. SEA o comunque siano agli stessi ricollegabili. Per questioni di opportunità e di economicità ritengo sia il caso, prima di intraprendere un’eventuale azione legale, richiedere, con ricorso presso il Tribunale di San Benedetto del Tronto, un accertamento tecnico preventivo.�? Questo, spiega l’Avv. Ascani, permetterà di verificare lo stato dei luoghi e se risulterà che le infiltrazioni sono imputabili a difetti inerenti la realizzazione della rete fognante, si potrà convenire in giudizio la soc. SEA. “In caso contrario – continua Ascani – si sarebbero sostenuti costi ridotti senza necessità di affrontare i tempi ed i costi di un giudizio civile dall’esito quanto mai incerto.�?