MONTEPRANDONE – Buche nelle strade, asfalti sconnessi, scarsa illuminazione pubblica, difficili collegamenti con la superstrada Ascoli-Mare, interruzioni del traffico a causa della linea ferroviaria priva di sottopassi. Ancora: coltivazione di mais, insalata e pomodori vicino ad alcune delle più importanti aziende della Provincia di Ascoli Piceno, alla faccia di qualsiasi legge urbanistica.
Non è difficile per un giornalista parlare della Zona Industriale di Monteprandone: forse perché i mutamenti sono lenti e basta poco per aggiornare l’archivio di quello che già è stato scritto.
Prima delle elezioni provinciali del 13 giugno 2004 ci interessammo dello stato della Zona Industriale. A distanza di nove mesi, eccettuato qualche intervento in itinere (soppressione passaggio a livello con sottopasso in via Fosso Antico), le cose sono ferme allo stesso punto. Riassumiamo: sulla Zona Industriale ha il dovere di intervenire il Piceno Consind, che però, osservato lo stato di cose, non sembra al passo con le richieste minime degli industriali; il Comune di Monteprandone, che ribadisce di avere le risorse economiche per risolvere i problemi (parole del Sindaco Menzietti), non ha la possibilità di intervenire (servono milioni di euro per uscire dal Consind e agire in autonomia?); l’Autorità di Bacino deve definire chiaramente le classi dei rischi di esondazione della zona, che è attraversata dal Tronto e da alcuni fossi non perfettamente regimentati.
Quest’ultimi passaggio è fondamentale, in quanto finché l’Autorità di Bacino non compirà il proprio lavoro, la Zona Industriale resterà un territorio senza potestà, perché non potrà darsi seguito all’accordo di programma sottoscritto tra Comune e Piceno Consind, con impossibilità di nuovi insediamenti e rischio che le aziende si trasferiscano (anche di poche centinaia di metri… al di là del Tronto).
Nove mesi fa l’Autorità di Bacino dichiarava imminente la decisione. Adesso gli imprenditori e i lavoratori di Centobuchi aspettano di sapere cosa accadrà alla riunione del Comitato Tecnico (il prossimo 6 marzo) e del Comitato Istituzionale dell’Autorità (9 marzo). Ma se le attese sono molte, bisogna ricordare le quattro integrazioni di Piano richieste al Comune di Monteprandone negli ultimi tre anni hanno sempre rimandato la data della decisione della Commissione del professore universitario Mancinelli.
Insomma, la Zona Industriale resta il regno della burocrazia, delle competenze incomprensibili, della lentezza delle procedure. Un pezzo d’Italia che arriva dal recente passato. O dal futuro?
ARCHIVIO ZONA INDUSTRIALE. Area Industriale, imprenditori all’attacco
del 21 aprile 2004
Area Industriale, un grande pastrocchio burocratico del 19 aprile 2004
Quando il rischio di esondazione è una variabile, 29 aprile 2004
Quando le diagnosi non mancano del 19 aprile 2004
Il Piceno Consind è senza parole del 24 aprile 2004
Il gioco delle quattro carte del 30 aprile 2004
Piceno Consind, 48 volte ad Ascoli, 3 a Monteprandone
Non si fa nulla ma gli imprenditori pagherebbero milioni di euro